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Fattori di protezione dei comportamenti a rischio:il ruolo dell'appartenenza associativa

Il gruppo dei pari e l’associazionismo giovanile

Attili (2001) fornisce una definizione affermando che si possa parlare di gruppo vero e proprio quando gli individui che ne fanno parte hanno la possibilità di avere tra di loro delle interazioni, caratterizzate da interdipendenza. Kurt Lewin (1948) afferma a tale proposito che “non è la somiglianza o la diversità che decide se due individui appartengono allo stesso gruppo o a due gruppi diversi, ma l’interazione sociale o altri tipi di interdipendenza”.

Il gruppo sociale è considerato una società in miniatura, dove gli individui interagiscono, si aggregano, si organizzano e si sostengono vicendevolmente. Secondo Mattioli (1995) un gruppo può definirsi sociale se è costituito da tre o più persone che interagiscono e cooperano tra di loro per il conseguimento di uno scopo comune, nella piena consapevolezza di essere parte di un gruppo.

Il senso di appartenenza radicato fortemente nei membri fa si che il gruppo continui ad esistere virtualmente anche quando i componenti non attuano alcuna interazione, cioè quando le attività in comune sono temporaneamente sospese. I gruppi rappresentano il tessuto della società, che metaforicamente può apparire come una rete di relazioni e raggruppamenti più o meno connessi tra di loro; ogni individuo, facendo parte di diverse cerchie sociali, rappresenta un nodo di collegamento fra loro.

Sempre Mattioli (1995) afferma che l’elemento fondamentale che favorisce la nascita di un gruppo è lo scopo comune a più persone, che può essere conseguito esclusivamente attraverso la continua cooperazione, il sostegno reciproco, la divisione dei compiti e il comune accordo. Lo scopo caratterizza anche la tipologia dei gruppi sociali: qualora esso sia prevalentemente legato allo scambio di affetti, di emozioni, connotato da interazioni di tipo intimo e informale, si parla di gruppo primario. Il gruppo primario viene anche definito gruppo spontaneo, perché si forma sotto la spinta di istintiva attrazione tra persone che si stimano, che sviluppano un rapporto di amicizia e di affetto.

Questo tipo di gruppo è generalmente di dimensioni ridotte, per consentire ai membri di stabilire rapporti reciproci sufficientemente profondi, ad un livello di intimità significativo; per questo motivo si dà loro anche la definizione di gruppi ristretti o psicogruppi (Attili, 2001). Non bisogna incorrere però nella facile inferenza che gruppo ristretto e gruppo primario significhino sempre la stessa cosa, visto che possono formarsi piccoli gruppi non per scambiare affetto o amicizia, ma per realizzare un compito pratico, materiale, che prescinde dalla qualità dei rapporti tra i membri.

Possiamo invece definire gruppo secondario quello che si crea in risposta ad un bisogno di organizzazione e di cooperazione per il raggiungimento di scopi pratici; questo tipo di gruppo, secondo Petruccelli (2010), è caratterizzato da un’organizzazione pre-esistente e da un struttura più o meno delineata, utile al raggiungimento dello scopo e alla razionalizzazione delle procedure. Partendo da questa classificazione e considerando le dinamiche che ne consentono la creazione, i gruppi dei pari rientrano nelle forme di socializzazione primaria di tipo spontaneo. I peer groups o gruppi amicali sorgono nel momento in cui i loro membri vi aderiscono in modo libero, attratti in questa dinamica di associazione libera dalla possibilità di condividere bisogni e problemi comuni legati, nel caso si consideri l’adolescenza e la giovane età adulta come riferimento, alla pubertà, allo sviluppo cognitivo, la scoperta della sessualità. In questi gruppi spontanei gli individui non incontrano barriere gerarchiche precostituite, poiché le relazioni si connotano nella parità reciproca e si sviluppano su un piano intensamente affettivo-emotivo.

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Fattori di protezione dei comportamenti a rischio:il ruolo dell'appartenenza associativa

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Informazioni tesi

  Autore: Giorgio Guanciale
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Chiara Simonelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 46

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Parole chiave

adolescenza
pari
associazionismo sportivo
associazionismo giovanile
teenager
comportamenti a rischio

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