Documentario cinese indipendente contemporaneo

L’ultima questione trattata in questo capitolo concerne il contesto produttivo nel quale il documentario cinese si trova a sopravvivere, e al quale si deve inevitabilmente adattare.
Si è detto che, alle sue origini, il documentario indipendente era strettamente legato al contesto televisivo per ragioni sia produttive che di background culturale. Liulang Beijing, tradizionalmente ritenuto il primo documentario indipendente cinese, fu girato con apparecchiature televisive che il regista aveva a disposizione proprio per il fatto di avere lavorato per anni in televisione257. Prima dell’introduzione del video digitale, tutti i documentari indipendenti furono prodotti in modo simile. Alcuni, come No.16 Barkhot Street, furono prodotti su commissione da emittenti televisive. In generale, la dipendenza economica e tecnologica era pressoché totale: se questo non precluse a questi documentari di essere indipendenti, certamente ne vincolò le possibilità.

La collaborazione tra documentario e televisione, nei primi anni Novanta, fu a volte felice e si concretizzò in programmi televisivi come Documentary Editing Room, che mostravano la vita di persone comuni con uno stile di ripresa agile, che privilegiava il linguaggio delle immagini alla voce over. Tuttavia, la grande maggioranza della produzione televisiva non si discostò dall’impianto ideologico e monologico dei decenni precedenti.

Questa contraddizione è uno dei temi del documentario di Zhang Yuan e Duan Jinchuan, 广场Guangchang (The Square, 1993). La realizzazione del film è stata possibile in quanto Duan Jinchuan aveva delle conoscenze nella televisione di Stato, il che ha permesso ai due registi di entrare a piazza Tiananmen “accompagnando” una troupe televisiva. Invece che ignorare questa troupe dopo aver ottenuto accesso alla piazza, i due cineasti hanno deciso di riprendere in più occasioni le loro azioni e il loro modo di catturare immagini della piazza.

La differenza tra i due approcci è totale e costituisce uno dei motivi di interesse per questo documentario: mentre il conduttore televisivo spinge i bambini a recitare le parole di Mao e altri dogmi di propaganda, o intervista poliziotti con grande riverenza e rispetto, Zhang e Duan rivelano i meccanismi che stanno dietro la produzione di immagini di potere e la grande asimmetria tra le risorse (economiche e simboliche) di chi lavora in televisione e chi, invece, sceglie la strada del cinema indipendente.