Il cous-cous a Mazara del Vallo
L’alimentazione come “fatto” antropologico
Oggi si riscopre, si valorizza, si esalta l’identità culturale locale. I documenti del passato, le opere d’arte, gli oggetti della cosiddetta “civiltà materiale”, insomma tutto ciò che è in varia maniera costitutivo di una cultura diventa tema di ricerca, argomento di divulgazione e di conversazione.
La storia non è solo più registrazione di grandi eventi, di scontri bellici, di contese dinastiche, ma riconsiderazione antropologica di quella che è stata la condizione umana. Se questo discorso va riferito a tutte le attività esercitate dall’uomo, vale anche, e in misura non trascurabile, per l’alimentazione e in particolare per la cucina, termine col quale usiamo indicare l’arte, la tecnica (dalla più rudimentale alla più matura) della preparazione dei cibi.
Il rapporto dell’uomo con l’alimentazione non si riduce solo al soddisfacimento dei bisogni fisiologici. Pur essendo uno tra gli atti più naturali, in esso sono insiti specifici significati culturali e simbolici. Così la gastronomia, che D’Alba definisce “un’entità storico-antropologica” , è
un campo molto ampio, complesso e trasversale, che interessa diverse aree della conoscenza quali, tra le altre, la storia, la geografia, l’antropologia. Come afferma Mary Douglas " I beni di consumo non sono affatto semplici messaggi: essi costituiscono il sistema. Sottraeteli al campo dei rapporti tra gli uomini e avrete smantellato tutto l’insieme. Ogni volta che sono offerti, accettati o rifiutati, essi rafforzano oppure indeboliscono le linee di demarcazione esistenti. I beni sono hardware e software, insieme, per così dire, di un sistema di informazione che si preoccupa soprattutto di controllare la propria prestazione. [….] I beni che soddisfano i bisogni fisici, cibo e bevande, sono portatori di significato non meno del balletto o della poesia".
Il consumo del cibo è l’espressione di scelte, di comportamenti, d’atteggiamenti che sono stati definiti dagli individui nel corso della loro storia; è l’atto che opera nel sociale ed è espressione del sociale." I beni sono la parte visibile della cultura. Sono disposti in prospettiva e gerarchia che consentono di esplicare liberamente tutta la gamma di discriminazione di cui è capace la mente umana".
Parlare di consumo di cibo significa allora argomentare sui modelli organizzativi, economici, politici, parentali, ideologici, sui quali le società si sono organizzate e modellate; nonché sottolinea l’insieme delle regole che trasformano un mero bisogno fisiologico in vero e proprio atto di cultura, espressione esplicita dell’attività mentale dell’uomo, il cui fine è quello di garantirsi sopravvivenza e vita associata.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il cous-cous a Mazara del Vallo
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Informazioni tesi
Autore: | Donatella Calcara |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze dei beni culturali |
Relatore: | Fatima Giallombardo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 68 |
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