La Mock Conference, strumento utile alla didattica dell’interpretariato?
Introduzione sulla mock conference
Dopo aver esaminato a grandi linee la nascita, ma soprattutto la didattica dell’interpretariato ai giorni nostri, attraverso alcune delle voci più autorevoli nel campo, vorremmo ora entrare nel vivo dell’argomento di questa tesi, soffermandoci sull’utilizzo della mock conference in un programma formativo per interpreti.
Sebbene non vi sia una vasta bibliografia sull’argomento (al contrario, i riferimenti sono decisamente scarsi), quello che ci proponiamo di fare è parlarne prendendo spunto dal materiale disponibile, cartaceo e non, raccolto attraverso ricerche in biblioteca e su internet. È soprattutto grazie a quest’ultima fonte, che lo studio ha avuto modo di svilupparsi e di raccogliere spunti interessanti.
Il web offre infatti diversi articoli in cui si raccontano (o si accennano) esperimenti svolti in quest’ambito. Prima di dar voce al materiale consultato, vorremmo però fare una piccola introduzione sulla mock conference vedendo, nel particolare, di cosa si tratta. La mock conference indica, come dice il nome stesso, una “conferenza finta”, o meglio “simulata”. Essa è infatti la simulazione di una conferenza reale, con tutte le caratteristiche che possono contraddistinguerla. In quanto simulazione, si tratta solamente di un tentativo di rispecchiare la realtà, senza tuttavia discostarsene molto (fatta eccezione per qualche dettaglio). Allo scopo di verificare in cosa differiscono le conferenze reali da quelle simulate, ci proponiamo in primo luogo di fare delle breve considerazioni sull’organizzazione e sulle caratteristiche delle conferenze reali, grazie alla raccolta di informazioni relative all’argomento tratte da internet.
Organizzazione e caratteristiche delle conferenze reali (con servizio di interpretazione)
Quali sono quindi le caratteristiche di una conferenza reale? E come organizzarla?
Il sito di traduzioni “Languageconnect.net” offre dei consigli utili sull’organizzazione di una conferenza in cui siano previste prestazioni interpretative, ossia di una conferenza multilingue. In particolare, considera quali informazioni dovrebbero avere gli interpreti prima di cominciare a tradurre, ossia:
- l’ordine del giorno;
- la lista dei delegati;
- la lista delle organizzazioni partecipanti;
- gli acronimi, le abbreviazioni o la terminologia specifica usati;
- materiali inerenti l’argomento;
- il discorso o gli appunti dell’oratore.
Per quanto riguarda la strutturazione vera e propria di una conferenza, si prenda spunto anche dal manuale su come organizzare una conferenza, passo dopo passo, fornito dalla IAPPS (En. International Association for Political Science Students).
Sul tema della preparazione, il manuale consiglia di seguire questi passi:
• Anzitutto, prendere spunto da altre conferenze per avere idee, spunti, consigli su ogni aspetto della conferenza; quindi decidere l’argomento da trattare e discuterlo, proponendo una lista di possibili soluzioni per i problemi che potrebbero emergere durante il periodo organizzativo;
• Poi, definire gli obiettivi da raggiungere, analizzando il perché si vuole organizzare un evento di questo tipo;
• Cercare allora le risorse disponibili (know-how, persone con capacità diverse) per la conferenza. Tra queste, individuare gli aspetti da non trascurare nella conferenza:
- la supervisione del lavoro;
- i finanziamenti (se necessari);
- il programma: l’ordine del giorno, il reclutamento degli oratori e dei partecipanti, le soluzioni alternative, ecc.;
- la scelta della location;
- la logistica;
- il supporto tecnico (materiali, fotocopie, attrezzature, …);
- e altri ancora.
Decidere chi invitare, dove realizzare l’evento, quando e per quanto tempo. L’ordine del giorno di una conferenza dipende ovviamente dal tipo di evento, dalle finalità che si vogliono raggiungere, da come gli oratori strutturano il proprio discorso e, perché no, da altri fattori imprevedibili. Con questo si intende dire che, nonostante la preparazione, ogni conferenza è potenzialmente a rischio di problematiche e fuori programma. In una conferenza che preveda l’uso dell’interpretazione simultanea, per esempio, le attrezzature possono avere problemi di funzionamento che andranno a incidere sull’intero processo. L’importante è avere una buona visione di come si vuole strutturare la conferenza ed essere pronti ad affrontare situazioni inaspettate, che comunque nella maggior parte dei casi possono essere tranquillamente gestite.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La Mock Conference, strumento utile alla didattica dell’interpretariato?
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Informazioni tesi
Autore: | Elisabetta Bruschi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Libera Università degli Studi San Pio V di Roma |
Facoltà: | Interpretariato e Traduzione |
Corso: | Interpretariato di conferenza |
Relatore: | Isabelle Marbot |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 158 |
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