La nozione di oggetto A in Jacques Lacan
L’oggetto a nella dialettica sadomasochista
Il rapporto angoscia/oggetto a trova il suo impiego nel rapporto tra il sadico e il masochista e Lacan se ne serve, da una parte, per fare maggior chiarezza sui concetti da lui insegnati in questo seminario e dall’altra per fornire un’interpretazione di questo rapporto.
Annuncio fin da subito che la dialettica tra il sadico e il masochista si basa sul fallo, in un rapporto di aut, aut: o essere o avere. Lacan insiste molto su questo concetto soprattutto verso la fine del seminario e sottolinea che chi ha il fallo non può esserlo e chi non lo ha lo èè necessario approfondire la dialettica tra il sadico e il masochista.
Il sadico è comunemente noto come colui che prova piacere nel provocare il dolore dell’altro. Lacan, innanzi tutto, specifica che “nell’intenzione sadica non viene cercata tanto la sofferenza dell’altro quanto la sua angoscia”ando il soggetto si percepisce un oggetto in balìa della volontàè
Il masochista invece è quello che viene definito da Lacan il “deietto”:
“È il nostro oggetto a, ma sotto le spoglie del deiettato, del gettato al cane, nella spazzatura, nella pattumiera, tra i rifiuti dell’oggetto comune, visto che non lo si può mettere altrove”
Il ruolo del sadico (come quello del masochista) si basa su un “gioco” di luci e ombre: da una parte c’è una componente manifesta e dall’altra una latente.
Nel caso del sadico, l’elemento manifesto è l’oggetto a: la sua volontà di provocare l’angoscia dell’altro. Ciò che è mascherato, invece, è il godimento dell’altro, essere goduto dall’altro (il percepirsi nella posizione di oggetto).
Viceversa, il masochista palesa la propria volontà di essere a, un oggetto subordinato al godimento dell’altro e maschera la volontà di provocare l’angoscia del partner, ovvero farlo percepire come un automa che obbedisce alla richiesta “fammi del male”.
“Ci troviamo, tra sadismo e masochismo, in presenza di qualcosa di simile a un’alternanza. Quello che, in ciascuno dei due si trova a un livello secondo, velato, nascosto, appare nell’altro a livello del suo obiettivo. Nel primo caso c’è l’occultazione dell’angoscia, nell’altro l’occultazione dell’oggetto a.”
Quel che vorrei rilevare è che, sebbene il ruolo del sadico sia complementare a quello del masochista, questi non possano mai incontrarsi. Apparentemente, si potrebbe pensare che il miglior partner per il sadico sia un masochista e viceversa, ma non è così. Infatti, il masochista vuole provare un’angoscia programmata, un’angoscia a comando, il che lo pone al riparo dalla vera angoscia, quella incontrollata. Dall’altro lato, il sadico vuole far provare al proprio partner l’angoscia e gode proprio in quanto quest’angoscia non è voluta da quest’ultimo.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La nozione di oggetto A in Jacques Lacan
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Informazioni tesi
Autore: | Fabio Sassu |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Trieste |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica |
Relatore: | Pieraldo Rovatti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 85 |
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