Formazione continua nella sanità: il programma di educazione continua in sanità
La tesi si distingue in quattro capitoli ognuno dei quali presenta un argomento che cerca di delineare il percorso che ha caratterizzato lo sviluppo della formazione continua nelle strutture sanitarie.
Il primo capitolo affronta il concetto di formazione continua legato alle implicazioni delle teorie andragogiche, e che hanno permesso di sviluppare nuove tecniche e metodologie per l’apprendimento degli adulti. Nella nuova logica di “facilitazione all’apprendimento” si delinea le principali differenze tra l’andragogia e la pedagogia caratterizzate dalla distinzione tra il paradigma dell’insegnamento e il paradigma dell’apprendimento. In questo capitolo, inoltre, si evidenziano i principali riferimento legislativi che hanno caratterizzato l’evoluzione della formazione continua in Italia e nel contesto della Comunità europea presentando i documenti più significativi come il Libro bianco di Jaques Delors e quello di Edith Cresson.
Il secondo capitolo affronta la necessità di utilizzare la formazione come utile elemento per gestire il bisogno di cambiamento nelle organizzazioni, specie nell’apparato sanitario. L’attività di formazione continua è la caratteristica indispensabile per qualsiasi organizzazione che abbia il primario scopo di mantenere efficaci ed adeguate le competenze e le capacità del personale. Questo aspetto si evidenzia, in particolare, nella Sanità dove la variabile umana è la risorsa di primaria importanza per garantire performance di qualità. Nella struttura sanitaria il momento produttivo coincide con il momento dell’erogazione del servizio, e gli stessi operatori, nel mentre si fanno tramite tra servizi e assistiti, sono capaci di influenzare direttamente i caratteri quantitativi e qualitativi delle prestazioni. Questa situazione ha reso pressante il bisogno di apprendimento continuo sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Termini inscindibili tra loro perché parti di una stessa finalità: l’investimento nella conoscenza, nella formazione, deve avere come obiettivo un miglioramento globale della società civile. Il nostro modo e tempo di lavoro non è senza conseguenze sul nostro modo e tempo di non lavoro. Da qui, l’organizzazione deve riscoprire la sua funzione sociale e la propria responsabilità verso la società che rappresenta il nucleo vitale della comune convivenza.
Il terzo capitolo affronta definitivamente gli aspetti che caratterizzano la E.C.M.. Si parte nell’analizzare i riferimenti normativi, a partire dalla Direttiva sulla formazione e la valorizzazione della pubbliche amministrazioni emanata dal ex Ministro della Funzione pubblica Frattini fino ad arrivare al Decreto legislativo n. 299 del 1999 che ha dato l’avvio al programma di educazione continua. In seguito si passa ad analizzare le peculiarità e le implicazioni della E.C.M. nei confronti degli operatori della Sanità ed il ruolo dei principali attori in gioco.
Infine, nel quarto capitolo si analizza come avviene e come si sviluppa il Piano formativo annuale nelle aziende sanitarie: l’analisi dei fabbisogni formativi, la pianificazione, la progettazione e la valutazione. Inoltre, l’esigenza di programmare le attività formative ha spinto le Direzioni Generali delle strutture sanitarie a provvedere alla diffusione di nuove figure professionali inserite all’interno dei Dipartimenti e nelle UU.OO.: i referenti della formazione. In questa ottica vengono individuati le competenze e le funzioni dei referenti al fine di ottenere una maggiore efficacia nella implementazione degli interventi formativi.
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Informazioni tesi
Autore: | Gianni Minazzo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'Educazione |
Relatore: | Alessandro Martin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 145 |
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