Le politiche strategiche europee di risposta alla crisi pandemica da Covid-19 in chiave comparativa con la realtà asiatica
Ho scelto di trattare un argomento contestualizzato in un periodo storico significativo per il nostro Paese, gravemente turbato dalla Pandemia da Covid-19.
L'entità del coinvolgimento pandemico è stata quasi globale, ad eccezione dei 15 Paesi/Territori non colpiti.
Gli effetti generati dalla pandemia hanno raggiunto tutti gli ambiti della vita sociale, politica, economica e delle relazioni internazionali.
La soluzione decisiva per contrastare la diffusione del contagio è stata una risposta concertata, caratterizzata dalla solidarietà tra gli Stati che ha determinato tuttavia la nascita di multilateralismi competitivi a livello globale, uno plasmato sul modello americano, l'altro, asiatico, guidato dalla Cina.
Nello specifico, ho scelto di comparare le politiche economiche e sanitarie di risposta al Covid-19 del Continente Europeo con la realtà asiatica.
Al riguardo, sono state espresse dallo stesso Parlamento Europeo preoccupazioni in materia di diritti umani (es. in occasione della Risoluzione del 20 gennaio 2021).
Le principali misure sanitarie europee sono da ricondursi in primo luogo alla definizione, a partire dal 2 marzo 2020, di un team di coordinamento della risposta pandemica, seguito dalla creazione della prima riserva strategica di dispositivi medici emergenziali. Si sono svolte altresì ampie negoziazioni per la campagna vaccinale. Fondamentale è stata l'adesione allo strumento Covax, la realizzazione del 4° programma dell'Unione per la salute o EU4Health.
Tra le principali misure economiche e monetarie europee oltre all'adozione di una politica monetaria espansiva, possiamo citare la creazione delle cosiddette 3 reti di sicurezza: 1) dispositivo Sure 2)nuova linea di credito senza condizionalità del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) 3) Fondo di garanzia paneuropeo del gruppo BEI. Infine, il Next Generation che attraverso i suoi due strumenti, il Dispositivo per la ripresa e resilienza e il react-UE, garantisce risorse pari a 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e i restanti consistono in prestiti a tassi agevolati.
Differente, è stata la risposta alla crisi pandemica del variegato scenario asiatico. Nello specifico, esempi di politiche efficienti sono state riscontrate ad Hong Kong, Singapore, Taiwan e la Corea del Sud (programma delle tre T); politiche inefficienti sono state adottate in Indonesia e nelle Filippine. Nel contesto asiatico, la Cina rappresenta l'esempio più evidente di economia resiliente grazie all'adozione di politiche di contenimento severe e tempestive e al potenziamento del know how tecnologico: in particolare possiamo citare la creazione di algoritmi predittivi con una straordinaria velocità di identificazione della struttura secondaria di RNA, pari a soli 27 secondi, monitoraggio satellitare; creazione di sistemi robotici negli ospedali con funzioni di distribuzione di antisettici.
Effettuando una comparazione delle politiche europee con quelle asiatiche emerge in primo luogo la sostanziale differenza tra i regimi democratici europei rispetto ai governi meno democratici e più autoritari come la Cina, in cui vige il centralismo. Lo Stato è presente in ogni ambito della vita dei cittadini e le decisioni vengono attuate senza possibilità di contestazioni.
In secondo luogo la Cina ha preferito indirizzare maggiori risorse economiche per sostenere le imprese rispetto al sostegno alle famiglie, così come è avvenuto in Europa.
Inoltre, in Cina gli investimenti in Ricerca e Sviluppo rappresentano tuttora la caratteristica distintiva che ha reso la leadership cinese estremamente competitiva e resiliente alle crisi.
Infine, la strategia cinese di policy di trasformare la crisi pandemica in opportunità di sviluppo internazionale per rilanciare il soft power cinese unitamente al progetto OBOR attraverso la Health Silk Road, la Via della Seta per la Salute, grazie alla quale è stato possibile consentire gli scambi sia di risorse materiali, come respiratori e mascherine, indispensabili per fronteggiare la crisi pandemia, che immateriali, come l'invio di risorse umane specializzate.
Ho infine concluso il mio elaborato con una riflessione su questi eventi pandemici, gran parte generati da zoonosi, trasmessi all'uomo da patogeni provenienti da animali mediante mutazioni genetiche.
Gran parte della responsabilità è da attribuirsi all'interazione distruttiva tra uomo e natura, due sistemi apparentemente contrastanti. La compromissione di questi delicati equilibri contribuisce ad una maggiore probabilità di zoonosi e pandemie.
Pertanto, la conservazione della biodiversità rappresenta uno strumento fondamentale per preservare la nostra salute, concetto, tra l'altro, racchiuso nella strategia olistica One Health, approvata dal Ministero della Salute italiano, dalla Commissione Europea.
Dunque, ricalibrare gli indirizzi di policy deve costituire una priorità per tutte le organizzazioni sovranazionali.
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Fidanza |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Roberto De Rosa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 130 |
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