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Il ''rito di passaggio'' nel Purgatorio dantesco

Il testo cerca di provare la validità e l'efficacia di una lettura mitico-ritualistica della Commedia dantesca che abbia come proprio strumento d'analisi privilegiato la categoria concettuale del "rito di passaggio". Nello specifico, l'analisi si soffermerà sulla seconda cantica dantesca, quella purgatoriale, punto di passaggio da uno spazio fisico-morale inferiore, quello infernale, ad uno superiore, quello paradisiaco, mediato da diversi rituali che trovano senso soltanto riferendosi all'ontologia cristiana e cristica dell'autore.

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5 Introduzione La Commedia di Dante Alighieri rappresenta senza dubbio uno dei punti più alti della letteratura occidentale. Prima di questo essa è espressione e perfetta sintesi di una particolare “ontologia” che, come si vedrà, assume caratteri specificamente cristiani e medievali. Confrontarsi con un’opera del genere significa, dunque, confrontarsi anzitutto con un vero e proprio mondo “altro”, dotato di proprie caratteristiche e referente di propri specifici miti. In ragione di tale complessità, di tale carattere “sincretico” e “polisemico”, l’opera si presta a diverse modalità interpretative che, cionondimeno, possono e devono trovare legittimazione soltanto nel confronto con suddetta ontologia. Nelle pagine che seguiranno si cercherà di provare la validità e l’efficacia, nello specifico, di una lettura mitico-ritualistica della Commedia dantesca che abbia come proprio strumento d’analisi privilegiato la categoria concettuale del “rito di passaggio”. In primo luogo, e ciò sarà argomento del primo capitolo, si cercherà di giustificare l’uso di suddetta strategia interpretativa nel quadro di una più ampia “critica antropologica”, tenendo in considerazione, nel fare ciò, la polisemia del testo e l’ontologia da cui esso si sviluppa. Successivamente si passerà all’utilizzo del concetto operativo di “rito di passaggio” per l’analisi di alcuni canti che, nel quadro complessivo del Purgatorio, svolgono la funzione di mediare passaggi da uno spazio all’altro, da una condizione spirituale all’altra, in un continuo moto ascensionale il cui significato alla fine della trattazione sarà reso più chiaro. In particolare, il secondo capitolo si concentrerà sull’analisi del capitale passaggio compiuto dal poeta nel trapasso dal mondo infernale a quello purgatoriale in Purgatorio I, e sulla sua peculiare problematicità, che accompagnerà il viator sino alla fine del suo percorso di purificazione. Il terzo capitolo si occuperà invece di definire, sempre attingendo al corpus concettuale del “rito di passaggio”, la trasformazione avvenuta nella condizione del pellegrino una volta giunto sulla soglia del Purgatorio strictu sensu, episodio che occupa le terzine di Purgatorio IX e che necessita, per una piena comprensione, di una rapida disamina di Purgatorio VIII, essenziale per cogliere la condizione spirituale di Dante all’inizio della propria “ascensione” verso il Paradiso terrestre. Infine, il quarto ed ultimo capitolo avrà il compito di chiudere l’analisi della vicenda di perfezionamento morale del poeta, riflettendo su Purgatorio XXVII e sull’ultima prova a cui Dante dovrà sottoporsi, ossia il passaggio entro il muro di fuoco, propedeutico all’accesso al giardino edenico e alla rinascita finale del poeta, homo novus.

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Informazioni tesi

  Autore: Leonardo Randellini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2020-21
  Università: Università di Bologna
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Francesco Ferretti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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Parole chiave

cristianesimo
purificazione
purgatorio
commedia dantesca
canto xxvii
rito di passaggio
antropologia religiosa
canto i
canto ix
mito-rito

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