Telerilevamento applicato al monitoraggio dei danni di origine atmosferica e confronto con perizie assicurative: il caso studio lombardo
Malgrado una riduzione graduale della superficie coltivata a mais, in Italia esso occupa ancora quasi un milione di ettari. Alcune tra le principali avversità abiotiche del mais sono la grandine e il vento forte. Nel 2019 il mais rappresentava più del 9% del valore produttivo agricolo assicurato in Italia, ovvero una superficie di 240.000 ettari ed un capitale assicurato di oltre 500 milioni di euro.
Dopo un evento, dei tecnici preposti stimano il prodotto assicurato mancante causa avversità atmosferiche tramite tabelle e grafici prodotti dalla fine degli anni ’60, ancora validi. Tuttavia, alcuni studi hanno evidenziato che queste operazioni in campo sono generalmente poco accurate e sono influenzate dall’esperienza dei tecnici operanti.
Di recente sono stati proposti metodi per la stima della produzione presente nel campo che si avvalgono della luce riflessa dalla coltura al fine di stimare parametri fisici. Numerose piattaforme come quad, droni e satelliti orbitanti sono stati testati al fine di produrre mappe di stima delle produzioni e definire metodi operativi attuabili a livello aziendale ed assicurativo.
Questa tesi è stata ideata al fine di valutare degli indici vegetativi elaborati da dati Sentinel-2 (ESA) come possibili predittori qualitativi e quantitativi del danno prodotto dagli agenti atmosferici. Fulcro del lavoro, il discernimento di danni medio-bassi (ovvero compresi tra il 10 ed il 30% della Produzione Lorda Vendibile) tramite indici e loro derivati.
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Informazioni tesi
Autore: | Fabio Inverardi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Corso: | Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali |
Relatore: | Marco Acutis |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 147 |
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