Storytelling digitale e nuove forme di fruizione per il Museo 4.0
L’elaborato vuole porre in evidenza come le nuove tecnologie digitali costituiscano uno strumento di conoscenza e comunicazione dal quale i musei non possono prescindere e come queste possano essere messe al servizio di una esperienza più ampia e diffusa dei beni culturali. Un uso oculato e mediato di tecniche e strumenti digitali è in grado di realizzare un’azione di completamento tra l’ambiente fisico e quello immateriale, non andando a sovrapporsi e a scardinare il valore dell’opera, ma migliorandone la comprensione e non distorcendola.
Nell’ambito delle nuove forme di fruizione del patrimonio culturale le tecnologie possono essere considerate, dunque, dei facilitatori poiché fungono da mediatrici tra l’umano, il patrimonio visibile ed immateriale, attivando meccanismi di interazione tra istituzione museale e utente.
La ricerca si è concentrata sul tema dello storytelling digitale, nato dall’unione tra l’arte della narrazione e la tecnologia, che grazie al suo valore comunicativo ed alla sua versatilità può essere utilizzato nel campo dell’educazione, del sociale, aziendale e culturale.
Sono stati analizzati e riportati dodici esempi relativi alle strategie di storytelling adottate in ambito museale, sintetizzate in una tabella per una più chiara comparazione dei dati. Il progetto architettonico, quello multimediale, le soluzioni tecniche e tecnologiche adottate e le strategie narrative sono stati estrapolati utilizzando fonti virtuali, sfruttando proprio gli strumenti della comunicazione 4.0 delle attività e delle collezioni museali (siti web, social network, articoli su riviste digitali etc.). Si è potuto evincere come gli oggetti fisici possano essere intrecciati nel flusso narrativo, dando l’opportunità di rivelare, non solo la Storia, ma anche parte delle vicende che li hanno attraversati, i gesti che li hanno plasmati e quelli che li hanno distrutti, contestualizzandoli e facendoli uscire dal loro stato di immobilità. Si è potuto vedere come accostando alle ricostruzioni materiali, la dimensione immateriale del racconto multimediale si può suggerire l’invisibile, restituendo una componente che “completa il senso della presenza” (Rosa P. 2011) di un reperto o di un manufatto. Il museo diviene sempre più un luogo in cui vivere, partecipare a una storia e condividere con altri le proprie emozioni. Un luogo dinamico, organico, non solamente destinato alla raccolta e all’esposizione, che segna il passaggio da un’idea di museo di collezione a quella di museo di narrazione.
Sono stati presi in considerazione, inoltre, esempi di applicazione della realtà virtuale e della realtà aumentata in ambito museale, mettendo in evidenza cosa una determinata installazione vuole comunicare e in che modo lo comunica. Si è visto come utilizzando la comunicazione digitale si sia avuto un miglioramento nella comunicazione interna ed esterna portando ad un ampliamento dei bacini di utenza, al coinvolgimento del pubblico e all’avvicinamento della popolazione residente al patrimonio culturale diffuso su tutto il territorio.
In conclusione, questo elaborato ha voluto analizzare come negli ultimi dieci anni i musei siano cambiati, passando da una prospettiva di tipo enciclopedico ad una lettura di tipo narrativo, basato sul racconto più che sul dato o sulla singola informazione.
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Maria Giannori |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università Telematica Internazionale Uninettuno |
Facoltà: | Beni culturali |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Davide Mezzino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 85 |
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