Il gesto come espressione d'affetti. Studio e sviluppo del gesto e del movimento dal teatro barocco ad oggi.
In questo lavoro prendo in esame il tema della comunicazione gestuale nel teatro, considerata come primo livello di comunicazione e perciò preminente rispetto a quella verbale.
In epoca seicentesca è nata la necessità di teorizzare, razionalizzare e creare un vocabolario scritto che raccogliesse e codificasse nel dettaglio la gestualità nel teatro, utilizzata per gli interventi di pantomima e durante le parti di canto in cui il cantante fissava in posizioni di figura precise la sua esibizione.
Uniti insieme gesti, canto e parola esprimevano la totalità degli affetti.
Dall'ottocento in poi, con la nascita e l'evoluzione delle tecniche della danza accademica, non si è sentito più il bisogno di codificare testualmente il rapporto tra gestualità e canto, in quanto la comunicazione corporea stava prendendo una strada propria rispetto al teatro musicale.
La comprensione viene oggi affidata, in maniera a volte empirica, a chi propone e a chi fruisce il gesto.
Ciò che presento è il risultato del processo di completa traduzione gestuale e coreografica di intere arie d'opera, intervento che non rientra nella tradizione storica ne contemporanea del teatro musicale.
Ho pensato di scegliere uno dei topoi centrali della drammaturgia musicale sei-settecentesca, ossia il lamento.
Con lamento, o lamentazione, si intende quella forma musicale utile ad esprimere affezioni e sentimenti quali dolore, dispiacere o lutto. Musicalmente è sostenuto da un basso ostinato: tema di basso che viene ripetuto ad oltranza senza modifica di altezza o ritmo, indipendente dalla melodia principale che risulta quindi slegata.
Associato principalmente a parti femminili, il lamento sottolinea l'intensità emotiva dei personaggi, offrendo la possibilità di composizione di una complessa partitura di gesti accanto ad una complessa partitura musicale.
Per la stesura di questo lavoro ho consultato trattati teorici e pratici, raccolte iconografiche, articoli scientifici, spettacoli teatrali di repertorio e non, analisi di testi teatrali e d'opera, osservazione del quotidiano e del lavoro degli artisti. Attraverso tale metodo è stata quindi possibile la codifica gestuale completa delle arie scelte.
Centrale è stato il lavoro di attualizzazione di tale codifica gestuale tramite il linguaggio della danza contemporanea.
Il lavoro è dunque composto da una parte di studio sugli strumenti, necessari allo sviluppo e messa in scena della seconda parte, concretizzata in un lavoro performativo.
Si dimostra dunque come passato e presente siano collegati dalla necessità di raccontare e di comunicare con precisione, chiarezza e volontà.
La differenza sta nel metodo e nel risultato estetico, non nel processo: a cambiare non è il vocabolario (lessico), ma il linguaggio (scrittura, sintassi) con cui viene espresso.
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Ajani |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università IUAV di Venezia |
Facoltà: | Design e Arti |
Corso: | Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale |
Relatore: | Luca Fontana |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 52 |
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