Gli effetti della tompagnatura nella progettazione strutturale antisismica
Dall’analisi degli eventi sismici degli ultimi decenni è emersa l’interazione tra i tamponamenti e la struttura portante che si esplica con un aumento di rigidezza, resistenza ma anche un comportamento più fragile del complesso strutturale. La modellazione sismica delle tamponature è una problematica ancora aperta e soggetta a numerose linee di pensiero, poiché esistono delle importanti difficoltà nello studio della tematica, soprattutto a causa del grande numero di variabili coinvolte (grande variabilità di soluzioni costruttive dei tamponamenti; comportamento meccanico della tamponatura disomogeneo e anisotropo; tipo di collegamento tra muratura e telaio portante; comportamento nel piano e fuori dal piano). Nel presente lavoro si sono analizzati i modelli sismici esistenti in letteratura, soffermandosi soprattutto sui cosiddetti “macromodelli”, i quali ricorrono ad una modellazione semplificata che consiste nello schematizzare il tamponamento con un puntone che congiunge gli angoli opposti delle maglie di telaio; tale schematizzazione nasce dall’osservazione che il comportamento allo stato limite ultimo di un pannello di tamponatura vede il parziale distacco dalla struttura portante e una sollecitazione di compressione lungo la diagonale caricata. I vari modelli esistenti in letteratura si differenziano per la geometria del puntone (in particolare per la larghezza), il meccanismo di rottura del pannello (scorrimento nei giunti di malta o trazione diagonale, oppure schiacciamento lungo la diagonale compressa o in corrispondenza degli angoli del pannello), il legame costitutivo per modellare il comportamento non lineare del puntone. Nella seconda parte del lavoro si è fatta un’applicazione in cui sono state eseguite delle analisi pushover allo SLV su un edificio intelaiato in c.a. di sette piani, ubicato nel comune di Foggia, in cui sono state modellate le tamponature esterne con tre modelli presenti in letteratura: il modello di Panagiotakos e Fardis, il modello di Dolsek e Fajfar, il modello di Decanini. Si è ricorso ad un modello a plasticità concentrata utilizzando il programma di calcolo SAP2000. Dal confronto dei dati, effettuato sia in termini di curve di capacità che di deformate, è emerso che le strutture tamponate rispetto a quella nuda presentano un aumento di rigidezza (circa 3,5 volte superiore), aumento di resistenza (circa 1,5 volte superiore) e un comportamento più fragile; le strutture tamponate, infatti, sono caratterizzate da un danneggiamento localizzato ai primi tre piani mentre la parte superiore della struttura si muove quasi come corpo rigido, mostrando una tendenza al comportamento di piano. Dal confronto dei tre modelli adottati per la tamponatura è emerso che Dolsek e Fajfar conduce a curve di capacità più resistenti; nel modello di Panagiotakos e Fardis si è osservata l’influenza nella modifica della forma delle curve di capacità di uno dei parametri che definisce il legame costitutivo (rigidezza del tratto di softening), la cui variabilità secondo gli autori è da attribuire alla fragilità del tamponamento; infine il modello di Decanini è quello che conduce a curve meno resistenti. Quest’ultima circostanza è dovuta al fatto che secondo Decanini la forza massima da attribuire al tamponamento deve coincidere con il minore tra i carichi dei quattro meccanismi di collasso (citati prima) che, nel lavoro effettuato, è risultato sempre coincidere con la trazione diagonale, quindi una rottura a taglio. Tuttavia si ritiene che attribuire al tamponamento la rottura a taglio come resistenza massima sia troppo penalizzante, poiché la presenza del telaio contribuisce a limitare il danneggiamento sui pannelli e a migliorarne le prestazioni fino al raggiungimento del comportamento a compressione diagonale (puntone). Si può quindi ritenere che la fessurazione a taglio sia da associare solo al superamento di uno Stato limite di Esercizio. In un secondo momento si sono modellate le aperture nelle maglie di tamponatura ricorrendo al modello di Dolsek e Fajfar: è emerso l’indebolimento della struttura sia in termini di rigidezza che di resistenza, e una deformata più simile a quella della struttura nuda. Infine si è verificata la struttura allo SLD, in termini di spostamenti di interpiano. È emerso che non solo la verifica imposta dalla Normativa è sempre soddisfatta, ma che per le strutture tamponate gli spostamenti di interpiano si riducono fino al 50% rispetto a quelli della struttura nuda.
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Informazioni tesi
Autore: | Daniela Brescia |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Politecnico di Bari |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria civile e ambientale |
Relatore: | Umberto Ricciuti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 192 |
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FAQ
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