Il principio della coesione economica,sociale e territoriale nella multilevel governance. Problemi e prospettive di sviluppo
L’obiettivo principale di questo lavoro di tesi consiste nell’analisi approfondita della cosiddetta politica regionale comunitaria mediante la prospettiva della multilevel level governance, in base alla quale le modalità organizzative dell’esercizio del potere si fondano sulla valorizzazione delle esigenze partenariali e del principio di leale cooperazione, allo scopo di un maggiore coordinamento tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti.
In particolare, il trasferimento di poteri all’Unione Europea ha comportato, inevitabilmente, all’individuazione di modelli organizzativi e procedurali strumentali al perseguimento delle finalità di coesione. In tale scenario, assume notevole rilevanza il principio del partenariato , inteso come corollario applicativo del principio di sussidiarietà. Esso tende ad inquadrare l’esercizio del potere secondo una logica di compartecipazione, cooperazione e integrazione dei diversi livelli istituzionali (sovrastatali, statali e infra-statuali), piuttosto che in termini di separazione tra gli stessi.
Per altro verso, la necessaria complementarietà in senso orizzontale quanto verticale delle politiche – delineate all’interno di procedimenti coinvolgenti l’Unione Europea, lo Stato e le Regioni – ha posto come inesorabile il riadeguamento del governo dell’economia alle finalità di riequilibrio territoriale dello sviluppo economico. In questo senso, il corpus normativo comunitario prevede una stretta relazione tra il perseguimento della coesione e una strategia diretta a definire una politica regionale europea unitaria, all’interno della quale la complementarietà verticale tra le politiche europee e quelle nazionali appare doverosa per ridurre efficacemente i divari di sviluppo socioeconomico tra i diversi territori europei.
Siffatte tematiche verranno analizzate attraverso quattro differenti punti di vista.
Nel primo capitolo affronteremo la questione riguardante il rapporto tra le Regioni e l’Unione Europea da un’ottica prevalentemente interna. Più dettagliatamente, evidenzieremo come sia accresciuta la partecipazione delle autonomie regionali ai processi decisionali comunitari, a seguito delle riforme costituzionali e legislative susseguitesi nel corso degli anni.
Nel secondo capitolo presenteremo un quadro analitico dell’evoluzione della politica regionale europea, sottolineando il fatto che dall’Atto Unico (1986) in poi, la formulazione di una politica regionale basata sul mandato di riforma dei Fondi Strutturali (1988) ha modificato significativamente il rapporto tra i livelli istituzionali a favore del livello sub-nazionale. Di conseguenza, la nuova politica europea di sviluppo imboccata alla fine degli anni ottanta ha avuto un effetto di stimolo esterno nella riconfigurazione dei rapporti Stato - Regioni - Enti locali (in maniera diversa all’interno di ciascun Paese). Pertanto, il cambiamento dei rapporti istituzionali con il livello europeo si è riflesso sulle relazioni istituzionali all’interno di ogni Stato, dirigendoli verso un più marcato decentramento.
Nel terzo capitolo ci occuperemo, invece, delle innovazioni intro-dotte dai regolamenti in materia di Fondi Strutturali per il periodo 2007-2013. Sottolineeremo, innanzitutto, il rafforzamento delle go-vernance per tutti i livelli istituzionali e l’individuazione, da parte del legislatore comunitario, dell’obiettivo Cooperazione territoriale diretto ad intensificare la cooperazione – transfrontaliera e transnazionale –attraverso la realizzazione di reti di cooperazione e di scambio di esperienze sull’intero territorio europeo. Queste modifiche sono recepite all’interno del Quadro Strategico Nazionale per il periodo 2007-2013, nel quale si manifesta la necessità di potenziare il coordinamento e l’integrazione tra i differenti strumenti di intervento. In altre parole, il documento strategico nazionale prevede un sistema di programmazione e attuazione fondato, da un lato, sulla reciprocità dei principi di leale cooperazione e di mutuo vantaggio, dall’altro, su requisiti e criteri idonei a rendere i Programmi Operativi più efficaci, coerenti, integrati nella programmazione complessiva e aperti alla partecipazione effettiva di una pluralità di interlocutori istituzionali.
In conclusione, nel quarto capitolo descriveremo le principali proposte attinenti alla riforma della politica di coesione per il periodo 2014-2020, focalizzandoci sulle loro implicazioni per il territorio italiano. Il peso ed il ruolo che assumerà la politica di coesione nel prossimo periodo di programmazione sarà di grande importanza per il nostro Paese, soprattutto nel momento in cui: a) la mancata realizzazione di una politica regionale unitaria e, con essa, di una forte politica nazionale finanziata dal FAS è ormai chiara; b) la controversa attuazione del federalismo fiscale rende la questione del supporto alle Regioni in ritardo di sviluppo di maggiore attualità.
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Informazioni tesi
Autore: | Gennaro Scofano |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze delle Pubbliche Amministrazioni |
Relatore: | Giampaolo Gerbasi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 220 |
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