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Comunicare il Museo. Proposta di identità visiva per il ''Museo Rotabili Storici'' di Pistoia

La tesi è una proposta di branding e design strategy legata al progetto di sviluppo per il museo dei rotabili storici di Pistoia e la Ferrovia Porrettana, trattato nella pubblicazione “Un treno di idee per superare la crisi economica e sociale.” a cura di Giacomo Filippini ed edito dalla rivista “The professional competence” nel numero di febbraio 2010.
Il progetto di sviluppo è di ben ampio respiro e si propone come obiettivo il rilancio, la valorizzazione e l’interconnessione delle risorse sociali, dell’artigianato e dell’industria del territorio; in particolare la collaborazione tra istituti professionali e tecnici della città di Pistoia, le Ferrovie dello Stato, la Regione Toscana, i Comuni della Comunità Montana e le imprese, gli artigiani ed i professionisti.
All’interno di questa iniziativa si inserisce il lavoro di tesi come elaborazione di un brand in grado di gestire con flessibilità gli obiettivi prefissati dal progetto di sviluppo. La strategia di design legata all’elaborazione del brand si soffermerà sul corporate design, cercando, in particolar modo, di varare ipotesi di organizzazione e promozione del “Museo rotabili storici”, valorizzandone caratteristiche e contenuti.
Trovo interessante il trattato di Filippini perché offre l’opportunità di studiare un brand adhoc e personalizzato; in grado di gestire al meglio un ampio insieme di iniziative sociali e culturali ed in grado, inoltre, di caratterizzare e valorizzare un patrimonio unico in Italia come il Museo Rotabili Storici di Pistoia.
Il trattato descriverà il significato di design strategy e corporate design secondo il modello di branding CeU (Carmi e Ubertis), riassumendo le cinque aree che costituiscono interattivamente il brand, soffermandosi sulle due di interesse di questo lavoro, design strategy e corporate design, appunto.
Dopo questa prima parte propedeutica, si effettuerà un’analisi del panorama italiano ed europeo in ambito di musei ferroviari e dei trasporti, in modo tale da poter illustrare un quadro quanto più possibile accurato di queste realtà, ponendo attenzione, naturalmente, sulle questioni di branding e comunicazione visiva.
Successivamente all’analisi del contesto di lavoro, si andrà ad osservare da vicino l’area della città di Pistoia, individuando tutti i punti di contatto e di interazione tra il nascente Museo e la città stessa.
In particolar modo si andrà a sottolineare l’importanza della collaborazione tra istituti scolastici e imprese locali che, tramite il Museo stesso, darà luogo ad un centro operativo in grado di fornire una preparazione continua e sul campo allo studente.
Sostenute queste fasi di analisi e di introduzione si passa alla realizzazione “materiale” del brand, che verrà suddivisa in due “sezioni”.
La prima riguarda tutta l’area di Design Strategy, ovvero una revisione della situazione esistente in modo da definire concretamente i valori del brand e la relativa mission.
Nella seconda fase ci si occuperà di tutta la parte di identità visiva, partendo dall’ideazione grafica del brand, la scelta della tipografia e della tavolozza colori, ed arrivando alla proposta di applicazioni guida “alternative”, da affiancare ad i tradizionali metodi di fruizione, e che meglio interpretano la funzione dinamica del Museo.

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17 In un mondo sempre più globalizzato e persuaso dalla concorrenza, con il continuo svilupparsi di nuovi modi e mezzi di comunicazione, le aziende sentono sempre più forte l’esigenza di definire e comunicare in maniera distintiva la propria identità, in modo da rendere immediata e visibile la loro diversità. Se spostiamo lo sguardo dall’ambito aziendale verso il territorio dei beni culturali, possiamo osservare che da alcuni decenni è in atto un processo di apertura e proiezione verso il mondo esterno, di quelli che possiamo ragionevolmente definire luoghi della cultura [1]. La definizione di luoghi della cultura può essere adottata per tutte quelle strutture o enti capaci di conservare e produrre cultura, come musei, teatri, biblioteche, archivi ed altri. Questo cambiamento, an- cora in atto, ha portato a modi diversi di fruire la cultura, in contrapposizione alla tradizionale conservazione del patrimonio, e tali da essere considerati solo pochi anni addietro in modo eccessivamente disinvolto e poco adeguato alle strutture museali. Questa tendenza ha prodotto come conseguenza un aumentato inter- esse delle istituzioni culturali verso l’intera disciplina delle comunica- zioni visive, capaci di generare quel tessuto connettivo e di scambio tra gli enti stessi e il complesso degli utenti. In questo contesto di perpetua mutazione dell’ambiente sociale e culturale, con la volontà sempre più esplicita di proiettarsi verso l’esterno, entrano in funzione i valori della brand. Ma cos’è veramente la brand? La brand è tutto ciò che permette ad una Azienda/ente di relazionarsi, rapportarsi e confrontarsi sia con il mercato di appartenenza sia con il contesto esterno, seguendo i cambiamenti imposti dal tempo ed aggiornandosi costantemente, ma senza mai perdere di vista i valori fondativi sui quali si basa l’Azienda/ente stessa. Inoltre, essa deve anche necessariamente tenere conto della definizione del target, cioè del destinatario a cui si rivolge la comunicazione stessa: diventa così importante identificare i punti di contatto, i canali e gli strumenti di comunicazione più adeguati. Da quanto appena detto, un termine in particolare si evidenzia rispetto agli altri: valori ; valori fondativi dell’ente come valori della brand. È proprio sulla definizione chiara e accurata dei valori aziendali e sul rispetto per essi che si basa il buon risultato di una brand. Essi costituiscono quel punto fermo e fondamentale in grado di spiccare 1. La comunicazione dei beni culturali. (Cinzia Ferrara - Lupetti 2007) Branding. Design Strategy e Corporate Design.

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Vannucci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Architettura
  Corso: Disegno Industriale
  Relatore: Alberto Di Cintio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 88

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