Idee materne sulla prematurità
I bambini nati prematuri, sono maggiormente a rischio, rispetto ai bambini nati a termine, per difficoltà d’apprendimento, deficit visivi e motori, ritardi nel linguaggio, disturbi dell’attenzione, iperattività, ecc.
Diversi autori (Siegel L., 1982; Beckwhith e Cohen, 1987; Goldberg S. e altri; 1991) hanno rilevato che gli esiti evolutivi cui andranno incontro i nati pretermine non dipendono solo da fattori di rischio biologici (basso peso alla nascita, immaturità del sistema nervoso, ritardi di crescita intrauterina, complicazioni perinatali, ecc.), ma anche dalla capacità dell’ambiente di reagire ed adattarsi alla nascita prematura. Il contesto ambientale comprende anche le aspettative e le idee di chi si prende cura del bambino prematuro.
Un certo numero di ricerche hanno evidenziato l’esistenza di uno specifico stereotipo relativo ai bambini nati pretermine (Stern e Hildebrandt, 1984; Miller e Ottinger, 1986; Epps, 1993), che fa sì che gli adulti valutino un neonato al quale è stata attribuita dallo sperimentatore la condizione di “nato prematuro” più negativamente (poco gradevole, poco attento, poco socievole, ecc.) rispetto ad un bambino descritto come “nato a termine”. Secondo M. Stern e K.A. Hildbrandt-Karraker, tali pregiudizi darebbero avvio ad un processo di “profezia che si auto-avvera”, poiché porterebbero i genitori del prematuro a provocare nel bambino comportamenti in linea con le loro aspettative.
Le ricerche sullo “stereotipo della prematurità”, comunque, non hanno indagato né i contenuti specifici di tale stereotipo, né le percezioni dei genitori riguardo al loro bambino prematuro.
L’obiettivo della mia tesi è di comprendere ciò che le madri pensano dei propri neonati prematuri, e se/come le loro idee si discostano da quelle delle madri che hanno partorito neonati giunti al termine.
A questo scopo, è stato chiesto ad un campione di 40 soggetti (composto di 20 madri di neonati pretermine e 20 madri di neonati a termine) di rispondere ad un questionario riguardante idee e informazioni generali sulla prematurità, i ritmi biologici del neonato, le modalità d’alimentazione, le modalità “educative”, le capacità comunicative del piccolo e la qualità percepita della relazione madre-bambino.
I risultati della ricerca hanno evidenziato che le idee delle madri dei prematuri divergono da quelle delle madri dei nati a termine, ma solo sotto alcuni aspetti. I prematuri sono considerati come più piccoli, più fragili, meno attivi, e come fonte di preoccupazioni maggiori, rispetto ai neonati a termine. Le madri, in ogni modo, riconoscono ai loro figli prematuri anche caratteristiche positive, come la capacità di sorridere e di riconoscere i genitori, la bellezza, l’essere raramente di cattivo umore.
Un’altra questione interessante emersa dai risultati della ricerca, riguarda le modalità d’accudimento che le madri hanno intenzione di adottare con i loro figli. Le madri dei prematuri, ad esempio, sarebbero disposte a svegliare il bambino che dorme per dargli da mangiare, a differenza delle madri dei nati a termine.
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Benedettini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Monica Toselli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 142 |
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