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Metodi di stima alternativi per panel dinamici: un'applicazione alle teorie di finanziamento delle imprese

Esistono molteplici ricerche riguardanti la struttura del capitale dell’impresa. Questi studi cercano di cogliere quale sia il comportamento ottimale in riferimento alla copertura finanziaria degli investimenti, alla luce delle molteplici interrelazioni esistenti tra il sistema impresa e i suoi interlocutori. La ricerca punta all’ottenimento di un riscontro empirico mediante l’utilizzo di banche dati attentamente selezionate. Dalla rassegna teorica emergono differenti dinamiche di indebitamento: la teoria del Trade Off (TO) ci dice che il rapporto di indebitamento aziendale insegue un obiettivo ottimale attraverso un processo di aggiustamento, mentre sia quella del Pecking Order (PO) e del Market Timing (MT) non prevedono un simile meccanismo. Molti studi hanno mostrato un com- portamento di aggiustamento verso un target di indebitamento ottimale (TO), tuttavia, la maggior parte di questi risultati provengono da modelli che tendono a trascurare il problema dell’eterogeneità. Ciò spesso ha comportato il risultato irrealistico che tutte le imprese convergano verso lo stesso obiettivo alla medesima velocità. Per distinguere comportamenti finanziari alternativi bisognerebbe, invece, utilizzare specificazioni empiriche eterogenee che siano in grado di produrre inferenze valide sul comportamento dinamico delle stime del rapporto di indebitamento.

Metodologia seguita: Presentazione delle varie teorie sulla struttura finanziaria delle imprese e i modelli econometrici alternativi presenti in letteratura. Descrizione della banca dati e specificazione del modello dinamico che annida le diverse teorie. Confronto tra gli stimatori tradizionali e quelli che non vincolano l’eterogeneità dei comportamenti dei diversi settori di imprese. Raccolta degli output del software Stata, delle procedure eseguite per ricavarli e di una serie di comandi che hanno permesso la redazione della tesi mediante il linguaggio open source LATEX con i quali si è evidenziata la possibilità di un uso congiunto con il software Stata.

Principali risultati raggiunti: Utilizzando i metodi di stima tradizionali sembra sia convalidata la previsione TO. Concentrandosi sulle evidenze empiriche rispetto ai metodi di stima che ammettono l’eterogeneità (che effettivamente si riscontra nelle stime degli speed of adjustment settoriali), invece, emerge che la maggioranza dei settori di imprese registrano comportamenti in linea con le teorie PO/MT. Si può affermare che un comportamento PO è incoraggiato dal particolare sistema di corporate governance delle imprese italiane e dalla struttura del sistema finanziario italiano.

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Capitolo 1 Aspetti teorici e metodologici 1.1 Le teorie sulla struttura nanziaria delle imprese Esistono molteplici ricerche riguardanti la struttura del capitale dell’impresa, esse si dierenziano in base all’importanza data ai diversi fattori che inuenzano la scelta tra debito ed equity. Questi studi si sono mossi ai ni della determinazione di una struttura che possa essere universalmente accettata come ideale. Molto pi u realisticamente, si cerca di cogliere quale sia il comportamento ot- timale in riferimento alla copertura nanziaria degli investimenti, data una serie di variabili quali il volume e la tipologia delle attivit a dell’impresa, la struttu- ra dell’organo di governance e le molteplici interrelazioni esistenti tra il sistema impresa e i suoi interlocutori, nonch e tra questo e il suo sovrasistema di riferi- mento 1 . Chiaramente la ricerca punta all’ottenimento di un riscontro empirico mediante l’utilizzo di banche dati attentamente selezionate e l’individuazione di modelli che possano aggiungere tasselli signicativi al mosaico complessivo. 1.1.1 Modigliani e Miller La teoria della struttura del capitale in senso moderno nasce nel 1958 con le tesi di Modigliani e Miller (MM). Siano D ed E i valori di mercato del debito e dell’equity di un impresa, la loro somma ci dice qual e il valore di mercato globale, V, di tutti i suoi titoli in circolazione. Un ipotetico direttore nanziario userebbe la combinazione di fonti di nanziamento che massimizzi V, ma secondo MM egli dovrebbe prendere in considerazione la possibilit a che non esista una combinazione pi u favorevole di altre, visto che in un mercato perfetto ogni combinazione e valida come qualsiasi 1 Si veda in proposito Panati,G., Golinelli G. (1988). 1

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Informazioni tesi

  Autore: Luigi Delvecchio
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze dell'economia
  Relatore: Maria Elena Bontempi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 92

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Parole chiave

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