Resistenze al cambiamento e strategie di coping nelle organizzazioni in mutamento: il caso della Comunità montana Alto Bradano
Il lavoro presentato di seguito nasce con lo scopo di indagare da un duplice punto di vista (teorico e pratico) due fenomeni con i quali ognuno di noi, nella vita, ha avuto o avrà modo di confrontarsi, in maniera diretta o indiretta: la resistenza al cambiamento e il coping. In particolare, in questa sede si approfondirà l’impatto dei due argomenti citati nel contesto organizzativo, prendendo in esame un caso attuale di cambiamento organizzativo: la sottrazione dei finanziamenti statali alle Comunità montane italiane, previsto dalla Legge Finanziaria 2010, la quale ha lasciato, altresì, il compito del loro finanziamento e la scelta in merito alla loro esistenza o meno, interamente alle Regioni.
La Comunità montana in cui si è effettuata l’indagine è la Comunità montana Alto Bradano, la quale, insieme alle altre 13 Comunità montane presenti in Basilicata, è andata incontro alla sua soppressione, decretata dal Consiglio regionale con l’approvazione della Finanziaria 2011. Come facilmente intuibile, la burrasca attraversata dalle Comunità montane italiane e della Basilicata in particolare ha causato non poche resistenze e stress da parte dei dipendenti della Comunità montana Alto Bradano, i quali hanno vissuto per lungo tempo in una situazione di incertezza non solo economica, ma anche psicologica poiché, oltre a perdere il proprio posto di lavoro, nello stesso tempo non avevano la sicurezza di riceverne un altro e, qualora lo avessero ricevuto, non avevano idea né della mansione che sarebbero andati a ricoprire, né della relativa sede. La delicata situazione psicologica dei dipendenti, dunque, ha posto una serie di domande: in che modo i dipendenti hanno resistito al cambiamento? In che modo hanno cercato di fronteggiare la situazione? Le variabili appena citate possono dipendere, in qualche modo, da fattori quali l’età, il genere, la mansione, ecc.? E soprattutto: può esistere un legame fra il tipo di resistenza ad un cambiamento manifestata da un individuo e la strategia di coping tramite la quale cerca di affrontare lo stress da esso causato?
E’ Bruckman, nel 2008, il primo a parlare di resistenza al cambiamento in relazione allo stress. Secondo l’autore, infatti, la resistenza al cambiamento è causata dalla sua percezione, da parte dei dipendenti, come fonte primaria di stress, non solo organizzativo, ma anche personale. Resistenza al cambiamento e coping, dunque, potrebbero essere in relazione fra loro, e sarebbe interessante verificare o falsificare, ad esempio, l’ipotesi secondo la quale chi mostra un’elevata resistenza al cambiamento caratterizzata da un’alta rigidità cognitiva, si avvalga di una strategia di coping basata sulla negazione o sull’evitamento, o l’ipotesi secondo la quale chi mostra una resistenza al cambiamento ridotta, caratterizzata da una bassa ricerca di routine, si avvalga di una strategia di coping basata sulla ristrutturazione positiva o sull’affrontare operativamente il problema.
L’indagine è stata effettuata per mezzo di un questionario, diviso in due parti: la prima parte è costituita dalla Resistance to Change Scale di Oreg (per la misura della resistenza al cambiamento) e la seconda parte è costituita dal Brief COPE di Carver (per l’individuazione delle strategie di coping). La scelta dei due strumenti non è stata casuale: entrambi hanno delle peculiarità rispetto alla maggior parte degli altri strumenti che indagano gli stessi concetti. La RTC Scale presenta la particolarità di indagare il motivo per il quale, spesso, gli individui resistono anche a dei cambiamenti che sembrano essere in armonia con i propri interessi. La RTC Scale, misura, dunque, la propensione disposizionale degli individui a resistere ai cambiamenti. Per questo motivo la RTC Scale, a differenza dalla maggior parte degli altri strumenti utilizzati negli studi effettuati sulla resistenza al cambiamento, può essere utilizzata non solo per indagare le resistenze a cambiamenti specifici, ma anche per testare la “dimensione” della resistenza al cambiamento generale degli individui. Anche il Brief COPE presenta una particolarità rispetto agli altri strumenti che analizzano le strategie di coping messe in atto dagli individui: esso, infatti, non fa riferimento alla generalmente accettata dicotomia “coping focalizzato sul problema”/“coping focalizzato sulle emozioni” ma, al contrario, la supera, valutando un’ampia varietà di risposte di coping, una serie di distinte modalità di risolvere i problemi o di modulare le emozioni.
Il presente lavoro di tesi, come già accennato in precedenza, sarà diviso in due parti: la prima parte approfondirà, in base alla letteratura, le principali tematiche riguardanti il cambiamento organizzativo, la resistenza al cambiamento e le strategie di coping; la seconda parte, invece, di natura sperimentale, presenterà l’indagine effettuata.
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Informazioni tesi
Autore: | Adriana Bevilacqua |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Amelia Manuti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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