Lo Stato sociale nella giurisprudenza della Corte Costituzionale dal 1989 al 1999
Il secolo che va a concludersi lascia un segno nella coscienza di ognuno, talmente è stato ricco di fermenti, sconvolgimenti, tragedie, ma anche di conquiste sociali, politiche ed economiche che difficilmente potranno essere sottovalutate nella loro portata e che non appaiono affatto sopiti; la stessa intensità dell’attuale dibattito teorico, politico e giuridico ne è la più chiara testimonianza.
Per un giurista, che non può non fare della realtà sociale e politica e della sua organizzazione istituzionale oggetto permanente di riflessione, la tematica dello stato sociale, della sua evoluzione, degli strumenti che l’organizzano, della sua crisi e messa in discussione acquista grande rilevanza. Compito del giurista, e del politico, è, in ultima analisi, proprio di studiare le tensioni che attraversano la società per tramutarle poi in argomenti adeguati alla costruzione di nuove strutture giuridiche o, almeno, al miglioramento di quelle esistenti.
Il 1998, che ha visto festeggiarsi anche il cinquantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione, è stato, probabilmente, un anno cruciale per la progettazione della società del duemila.
Non è azzardato sostenere la tesi che la giurisprudenza costituzionale ha svolto un ruolo che, in qualche misura, potrebbe definirsi costituente, certamente ed in primo luogo attraverso l’opera di controllo della costituzionalità delle leggi ordinarie, ma spesso contribuendo attraverso quest’opera di interpretazione a dare maggior senso e consistenza ai principi fondamentali della Costituzione, tanto da poter affermare che l’avvio dell’attività della Corte costituzionale ha rappresentato una vera e propria svolta la cui portata è destinata a durare a lungo nel tempo ed aperto una linea di tendenza estremamente interessante, le cui potenzialità sono difficilmente contenibili tanto più nei momenti in cui profondi processi di trasformazione corrodono certezze, modi di pensare, procedure e nuovi protagonismi si delineano all’orizzonte della politica.
Per questi motivi l’analisi del Welfare state nel nostro Paese sarà condotto principalmente attraverso lo studio della giurisprudenza costituzionale, senza gli interventi della quale avremmo una ben differente connotazione giuridica del nostro impianto di sicurezza e benessere sociale.
E poiché l’intreccio tra welfare e democrazia è organico, la materia oggetto dello studio sarà suddivisa in paragrafi che, nella loro organizzazione logica, consentiranno di avere una visione chiara degli ambiti entro i quali più incisiva è stata l’azione dei giudici costituzionali.
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Informazioni tesi
Autore: | Gianpaolo Iacobini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Augusto Barbera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 102 |
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