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"Te creìs la màs linda...". Proposta di traduzione e commento.

Questa tesi nasce principalmente dal desiderio di soddisfare una mia curiosità personale: tante volte mi sono trovata infatti a guardare film doppiati e a chiedermi quali tecniche e strategie traduttive fossero adoperate e se ne fosse stata data una traduzione fedele. Nel fare ciò ho deciso di analizzare un “testo filmico”, poiché “il testo filmico è un testo complesso che combina codice scritto, orale e visivo e la traduzione di esso si basa su un attività complessa che combina traduzione e adattamento”.
L’opera cinematografica che mi appresto ad analizzare nella presente tesi è “Te creís la más linda pero erís la más puta”, una pellicola di produzione cilena del giovane regista emergente José Manuel Sandoval.
Nel presente lavoro, si parlerà della sottotitolazione e del doppiaggio in maniera teorica e “superflua”,in quanto facenti parte delle tecniche di traduzione audiovisiva.
Il lavoro si è basato sulla “semplice” traduzione della lista dialoghi, adattata al pubblico ricevente, in quanto destinato alla lettura.

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1. Sottotitolazione e doppiaggio 1 1.1 Approccio alla traduzione audiovisiva Con il termine di traduzione audiovisiva si intendono l’insieme delle modalità di trasferimento linguistico che si propongono di tradurre i dialoghi originali di prodotti audiovisivi (che impiegano contemporaneamente il canale acustico e quello visivo), allo scopo di renderli comprensibili ad un pubblico più vasto. Sembra opportuno precisare che, nell’ambito degli studi sulla traduzione, la terminologia utilizzata per parlare di traduzione audiovisiva è abbastanza ricca: in passato si è parlato e tuttora si parla di traduzione filmica, traduzione per lo schermo, trasferimento linguistico, traduzione multimediale. Prendiamo in esame le varie denominazioni. L’etichetta “traduzione filmica” (film translation), nata nel periodo in cui la televisione non era ancora molto diffusa, evidenzia l’oggetto della traduzione, cioè il dialogo del film, escludendo altri prodotti audiovisivi, quali i documentari, i video commerciali, i messaggi pubblicitari, i video- clip, i programmi televisivi, i cartoni animati. Il termine “traduzione per lo schermo” (screen translation) appare di più ampio respiro in quanto fa riferimento al mezzo di distribuzione dei prodotti trasmessi – lo schermo televisivo, cinematografico o quello del computer. L’espressione “trasferimento o trasposizione linguistica” (language transfer), sottolinea che, nel momento in cui si traduce un prodotto audiovisivo, si interviene solo sulla componente linguistica, seppur tenendo conto dei suoni e delle immagini che integrano gli elementi verbali. La designazione “traduzione multimediale” indica la traduzione di testi inseriti in un contesto multimediale, ossia, come afferma Heiss (1996:14): la traduzione di componenti linguistiche appartenenti ad un ‘pacchetto’ di informazioni percepite contemporaneamente in maniera complessa. Attualmente una definizione del genere non sembra adeguata, dato che il termine multimediale, piuttosto generico (anche i fumetti sono testi multimediali), è usato principalmente in riferimento al mondo dell’informatica e quindi si distanzia dai concetti di testo e di traduzione. L’etichetta “traduzione audiovisiva” (audiovisual translation, indicata spesso con l’acronimo inglese A VT o con quello italiano TA V) sembra essere la più esauriente, poiché si riferisce alla dimensione multisemiotica di tutte le opere cinematografiche e televisive i cui dialoghi vengono tradotti. Potremmo 10 1 Scritto in base a: Perego E. (2005) La traduzione audiovisiva, Le Bussole, Milano, Carocci.

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Informazioni tesi

  Autore: Teresa Maria Tafuri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Scuola sup. di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Helena Lozano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

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