Fermo tra tardo antico e alto medioevo
Questa tesi cerca di ricostruire attraverso lo studio delle fonti scritte e materiali la storia della città di Fermo e del suo territorio, dalla fondazione, avvenuta nel 264 a. C., fino al X-XI secolo. Come ha scritto Paolo Cammarosano nell’introduzione al volume di Francesco Pirani dedicato a Fermo , il medioevo è un periodo fondamentale per questa città, per la formazione e la fondazione delle sue istituzioni e della sua identità, nonostante Fermo sia, a ragione, considerata una città “minore”, poiché non fu mai un grande centro urbano, e non lo è tuttora.
Fermo è sempre stata una media cittadina di una regione isolata e lontana dai grandi eventi della storia, fin dalla prima invasione longobarda, che, tagliando in due le Marche, ne determinò l’isolamento a causa dell’ assetto viario divenuto insicuro.
Le fonti documentarie riguardanti il Fermano sono poche e frammentarie e non aiutano a ricostruirne per intero le complesse vicende; manca quasi completamente anche l’apporto dell’archeologia, che ha prodotto pochissimo per questo territorio, se si escludono gli studi specifici sull’ager firmanus, condotti dall’università di Pisa e quelli su Castel Trosino.
Il lavoro è suddiviso in tre capitoli: il primo di essi è dedicato alla presentazione geografica del territorio marchigiano e in special modo del territorio di Fermo, con tutte le sue peculiarità; la seconda parte del capitolo è dedicata alla storia dell’assetto viario della zona, attraversata sin dall’antichità da due assi di comunicazione stradale fondamentali, che hanno segnato il corso degli eventi di quest’area: la Flaminia e la Salaria.
Il secondo capitolo si focalizza, invece, sulla storia del Fermano, partendo dall’epoca preromana, poiché il territorio risulta popolato fin dall’epoca preistorica. Dal IX secolo a. C., infatti, l’area fu abitata dai Piceni, i quali ebbero il loro centro a Belmonte Piceno, oggi piccolo comune della vallata del fiume Tenna. La vera storia della città di Fermo ebbe però inizio nel 264 a. C., quando i Romani, vittoriosi sui Piceni, fondarono una colonia sul monte Sàbulo (così chiamato dalla tradizione erudita fermana in età moderna per ricordare la fondazione da parte dei Piceni provenienti dalla Sabina ) come centro di controllo e organizzazione del territorio circostante. Fermo divenne inoltre municipio romano nel 90 a. C., poiché rimase fedele a Roma durante la guerra sociale, ma ritornò ad essere colonia romana dopo la battaglia di Filippi nel 42 a. Cristo. Dopo la caduta dell’impero romano d’occidente e l’instaurarsi del regno goto in Italia, Fermo fu coinvolta nelle vicende belliche della lunga guerra greco-gotica (535-553), divenendo in seguito parte dell’impero di Giustiniano, vincitore della guerra. Con l’avvento dei Longobardi in Italia nel 568, divenne parte del Ducato di Spoleto, entità autonoma del nuovo regno. Le testimonianze su questo periodo sono molto scarse e poco precise, tanto che sembrano attestare dalla metà dell’VIII secolo sia la presenza di un conte, sottoposto al duca di Spoleto, sia l’esistenza di un autonomo ducato. Tra il IX e il X secolo nelle fonti, soprattutto quelle relative all’abbazia sabina di Farfa, comincia ad apparire la Firmana marca. In questa sezione viene affrontato anche il problema dell’organizzazione ecclesiastica nel territorio fermano, che risulta precocemente cristianizzato e per il quale la presenza di un vescovo, grazie alle epistole del papa Gregorio Magno, risulta fin dalla fine del IV secolo, anche se dubbi permangono sulla collocazione della sede vescovile.
Nel terzo e ultimo capitolo viene trattato il tema della presenza monastica nel territorio di Fermo, il quale fu soprattutto “colonizzato” da monasteri allogeni, primo fra tutti, per l’importanza storica e per la forte e duratura presenza, Farfa. L’abbazia sabina ebbe a Santa Vittoria il suo centro di organizzazione e di controllo dei vasti possedimenti nel Piceno. Monastero autoctono del Fermano fu invece Santa Croce al Chienti, che ebbe molti possedimenti e raggiunse un’importanza tale da essere destinatario di diplomi da parte degli imperatori prima di decadere ed essere inglobato dall’abbazia di Chiaravalle di Fiastra.
Nell’ultima parte della tesi è inoltre collocata un’appendice, con carte geografiche e foto che raffigurano le varie zone e i vari monumenti presi in esame nello studio compiuto.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Elena Franca |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia |
Relatore: | Paola Galetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 170 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
Scutari tra il VI e il XV secolo: l'Albania nel medioevo
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi