Pedrolino - I misteri di una maschera
Siamo abituati a pensare che le prime maschere della Commedia dell’Arte siano nate quando per la prima volta se ne sia parlato. Quando cioè, rispetto ai documenti in nostra conoscenza, per la prima volta sia comparso il loro nome. Il nome, è vero, è fondamentale per permettere a qualsiasi personaggio, maschera, essere umano, di riconoscersi e di assicurarsi visibilità. Ed è assolutamente plausibile che finché non compaia un nome, sia inutile pensare che qualcuno o qualcosa possa essere esistita prima. Se però, conoscendo la data di nascita, si arriva a parlare di un attore solo a 50 anni di distanza, io subito mi chiedo cosa sia successo prima, perché così tardi, e soprattutto: quando è iniziato quel processo che lo ha portato alla notorietà. Non è soltanto mero “gusto per il mistero”, è al contrario un presupposto necessario per analizzare con maggior attenzione e profondità anche le vicende che lo hanno riguardato di cui siamo a conoscenza. È inoltre essenziale anche per tracciare i tratti distintivi del personaggio che ha accompagnato la sua esistenza, e che quindi ne ha necessariamente assorbito il carattere. È questo il caso di Pedrolino, una delle prime maschere della Commedia dell’Arte, e dell’attore che l’ha inventato, Giovanni Pellesini, uno dei primi capocomici comparsi nell’intricato panorama delle fraternal compagnie della nuova professione nascente del teatro della seconda metà del XVI secolo!
Il suo nome, come abbiamo detto, compare tardi, molti anni dopo la sua nascita; ma come studioso, uomo di teatro e soprattutto come attore, non posso ignorare i processi e lo studio, che hanno richiesto sicuramente molti anni, prima di permettere a Pedrolino di comparire dal nulla e dal mistero della storia del teatro di quegli anni! Asserire pertanto che in questi anni misteriosi la maschera non esistesse, anche se storicamente legittimo, è artisticamente e ontologicamente discutibile, perché se di Pedrolino si era iniziato a parlare, come una nuova maschera teatrale, allora Pedrolino doveva aver meritato un tale riconoscimento, e questo era possibile solo nella misura in cui fosse riuscito a creare un personaggio credibile, riconoscibile, che funzionasse; e, mi perdonino gli storici, non si diventa efficaci teatralmente, soprattutto per il teatro che si faceva allora, da un giorno all’altro!
La tesi quindi tenta di ricostruire gli anni misteriosi prima della comparsa di Pedrolino, per poi calare questo mistero nella sua attività ambigua di comico, divisa tra gli oneri della compagnia e le scritture individuali; in preda come gli altri alle difficoltà interne ed esterne delle compagnie di quegli anni, dal suo ruolo di capocomico, ai rapporti con gli organi di potere, fino a quelli con i suoi stessi compagni e colleghi! Si procederà infine con l’analisi relativa alla morfologia della maschera per come è cresciuta attraverso gli spettacoli, i canovacci, le commedie, le esperienze e i lazzi di cui è stata protagonista. Quest’ultima parte è messa appositamente alla fine a segnare un ritorno alla maschera, al teatro, all’arte, dopo il racconto storico-biografico della vita dell’attore. Perché la vita di ogni attore va vista attraverso “gli occhi” della sua maschera teatrale!
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Informazioni tesi
Autore: | Gabriele Guarino |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | Saperi e tecniche dello Spettacolo |
Relatore: | Luciano Mariti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 200 |
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