Riti notturni: il concerto rock dagli anni Cinquanta ad oggi
La tesi tratterà del concerto rock sotto gli aspetti più diversificati. Partiremo da un’analisi storica che mostra come la musica rock sia strettamente legata con la società che tutti circonda, e che entrambe vivono in uno stato di interazione reciproca per il quale non è davvero possibile definire chi influenzi chi e, soprattutto, icome si concretizzino queste particolari interazioni. Pensando al rock&roll, dunque, possiamo affermare che esso sia nato come risposta all’eccessivo perbenismo che la società americana degli anni '50 imponeva ai propri giovani e, di riflesso, alla musica di quegli anni; ma allo stesso modo possiamo affermare che la nascita di questo genere sia stata la causa scatenante di una rivoluzione culturale e generazionale che ha mutato il costume sociale di tutto il globo. Questo particolare rapporto fra le due entità menzionate è la naturale prosecuzione dei due capitoli che seguono il 1°, dato che quello che analizza il rituale fine a sé stesso del concerto, mostra come quest’ultimo sia una circostanza durante e all’interno della quale la componente sociale è sempre ben presente: talvolta ripetendo quei riti di iniziazione che fin dai tempi più remoti caratterizzano un’entità sociale come il gruppo; a volte, invece, negando tutti i livelli, le caste e le suddivisioni che la stessa società imponeva dall’alto ai propri appartenenti che, per almeno una volta nella vita, nel corso del concerto possono per un attimo distaccarsi da esse, andando oltre alla nozione stessa di rango. Ma nonostante tutto ciò, il concerto è un rito perché, proprio come ogni funzione liturgica, cerca di indirizzare i propri partecipanti verso un credo particolare, con i suoi propri dogmi, i suoi cerimoniali, le sue icone. E cosa, se non i dischi o tutto il materiale legato all’aura dell’artista tanto amato, funge meglio da icona? Sono gli argomenti del terzo capitolo che ci mostrano quali siano le logiche economiche che sorreggono tutto il comparto della musica leggera, non ultimo proprio il settore dell’organizzazione degli eventi. Ma se per vari motivi (disaffezione del supporto fisico, scarsa qualità dei lavori, possibilità di download gratuito di questi) l’apparato discografico sta vivendo un periodo di crisi, come mai lo stesso non si può dire del settore dei concerti? Di conseguenza, che futuro può ancora avere una manifestazione del genere nei prossimi anni? Sebbene, proprio nel corso del terzo capitolo, mostreremo come la discografia e il settore concerti siano i pilastri fondamentali del sistema musica, vedremo che essi viaggiano sostanzialmente su due binari separati. La nostra personale opinione è che il grande concerto avrà ancora lunga vita proprio perché legato al nome, e di conseguenza alla qualità che i big portano con sé. Saranno dunque le case discografiche a coprire un ruolo decisivo nel processo di mantenimento di tale istituzione live, perché a loro spetta la funzione di setaccio delle qualità dei suoi scritturati. Quante sono le uscite discografiche nel corso di un anno, ma qual è la loro reale qualità? Molto spesso è molto bassa, e ciò è davvero grave se si pensa al quantitativo così massiccio di uscite discografiche! Perché, dunque, dovrei andare ad un concerto se il prodotto che questi artisti mi vendono è così qualitativamente scarso? Prima di qualsiasi altro fattore, la spinta principale che stimola una persona a voler assistere ad un concerto è la qualità della musica che l’artista in questione ha inciso sui suoi dischi e la voglia, di conseguenza, di volerlo sentire dal vivo (prima che vederlo) per assicurarsi della sua capacità esecutiva e capire quanti ausili della tecnica ci siano stati nel disco a cui l’appassionato farà riferimento. La nostra teoria, in conclusione, è che il futuro della musica live è senza dubbio legato alla qualità che, gli artisti per primi, poi le case discografiche che li metteranno a contratto ed affineranno la loro tecnica se ce ne fosse l’esigenza, dovranno far trovare ai propri fan nei nuovi album che a mano a mano usciranno sul mercato. Deve essere proprio questa convinzione a smuovere le case discografiche dal torpore atarassico che il loro status di monopolisti del settore musicale ha cementato col tempo, e a farle ragionare in funzione di una nuova politica imprenditoriale che le avvicini maggiormente al settore dell’organizzazione dei concerti che diventeranno l’unica e futura possibile fonte di guadagno nel comparto della musica leggera. Per questo motivo e soprattutto per la devozione che gli appassionati di musica rock continuano a mostrare nei confronti del concerto dal vivo, siamo comunque voltati romanticamente a ben sperare e a pensare in maniera positiva sul futuro di queste manifestazioni poiché, prendendo in prestito le parole di Freddie Mercury, questo show “deve” assolutamente andare avanti!
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Amendolara |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Comunicazione per le Istituzioni e le Imprese |
Relatore: | Peppino Ortoleva |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 312 |
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