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La guerra dei Trent'anni

Argomento di questa tesi è la guerra dei Trent’anni, un conflitto che colpì l’Europa del Seicento dal 1618 al 1648 e che, nell’ambito della storia moderna, rappresenta certamente una delle fasi storiche più importanti, in particolar modo per la rilevante ricaduta avuta sugli equilibri politici europei determinati dalla pace di Vestfalia che pose fine alla guerra nell’ottobre del 1648.
Questo lavoro è strutturato in un primo capitolo nel quale, prima di arrivare al vero nocciolo – vale a dire agli sconvolgimenti politici, religiosi, sociali, economici e bellici caratterizzanti la guerra dei Trent’anni – viene effettuata una breve trattazione sul XVI secolo, sui suoi fondamentali cambiamenti sociali e religiosi (in particolare la Riforma protestante, i vari conflitti politico-religiosi, i mutamenti economici avvenuti in un secolo di grande crescita, …), sui fatti specificamente politici che influenzarono profondamente gli avvenimenti del secolo successivo ed in cui infine vengono trattati due casi preparatori della guerra stessa: l’incidente di Donauwörth e la crisi di successione al ducato di Jülich – Cleves, veri e propri prodromi della guerra ed entrambi perfetti esempi dello stato di tensione politico – religiosa del momento storico precedente l’inizio della guerra stessa nel maggio del 1618, la quale partì con la rivolta boema per poi tramutarsi in un conflitto destinato ad allargarsi a tutto il Sacro Romano Impero e a gran parte dell’Europa ed a coinvolgere nel suo corso tutte le maggiori potenze del continente.
Il secondo capitolo, dopo un breve tratteggio degli aspetti generali del nuovo secolo – che servono per dare gli elementi sostanziali per comprendere gli avvenimenti più dettagliatamente legati alla guerra e per fare una rapida panoramica sulla situazione politica alla vigilia del conflitto – entra invece nel dettaglio della guerra (convenzionalmente divisa in quattro fasi: boemo – palatina dal 1618 al 1623, danese dal 1625 al 1629, svedese dal 1630 al 1635 e francese dal 1635 al 1648), cercando di analizzarne le operazioni militari, gli avvenimenti politici e socio-economici e le rilevanti questioni attinenti alla religione.
Il terzo capitolo illustra come si arrivò alla firma dei trattati di Münster ed Osnabruck (alla base della pace di Vestfalia del 24 ottobre 1648) e dei vari altri trattati accessori tra i quali meritano particolare attenzione gli accordi del 1650 di smobilitazione dei grandi eserciti stanziati in Europa ed in particolare nella Germania.
Il lavoro termina, infine, con una breve disamina sullo stato dell’Europa nel 1648, cercando di analizzare le conseguenze demografiche e socio – economiche del conflitto, le modificazioni territoriali avvenute negli oltre trent’anni di guerra, facendo alcune considerazioni sui risultati e gli effetti politici del conflitto (risoluzione dei problemi religiosi all’interno dell’Impero; sconfitta del modello spagnolo e riduzione di rango della potenza della Spagna; aumento dell’autonomia dei membri del Sacro Romano Impero; accrescimento del peso della Francia nel panorama delle potenze europee; riconosciuta indipendenza delle Province Unite da parte della Spagna dopo oltre ottant’anni di ribellione, …) e sull’importanza della pace di Vestfalia nell’aver dato per lungo tempo stabilità all’Impero ed in generale a tutto il sistema europeo, nell’aver posto fine alle guerre di religione (nonchè aver contribuito a sostituire la confessionalizzazione della politica con il concetto di ragion di Stato) e nell’aver di fatto rappresentato una sorta di genesi del diritto internazionale e l’embrione di un sistema di sicurezza collettiva tra gli Stati.

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3 CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE Si potrebbe pensare che partire dalla scoperta del continente americano (considerata tradizionalmente la data d’inizio della storia moderna 1 ) per trattare un elaborato sulla guerra dei Trent’anni sia esagerato; forse è così, il fatto è che indubbiamente, al di là degli enormi significati sociali e culturali di questo fondamentale avvenimento storico destinato a cambiare gli orizzonti del mondo intero, tale evento fece assumere all’economia europea una dimensione mondiale ed ebbe un ruolo particolarmente significativo per le finanze di uno degli attori più importanti della scena europea del XVI e XVII secolo: la Spagna. Già potenza dominante in Europa prima ancora del 1492, le esplorazioni dell’intero nuovo continente determinarono l’ingresso in Europa di un’enorme quantità d’oro ed altri metalli preziosi dalle miniere sudamericane e consentirono alla Spagna di aumentare ulteriormente la propria potenza, anche se molto meno di quanto avrebbe potuto potenzialmente ottenere proprio perché, come si vedrà successivamente, la Spagna non riuscì a sfruttare appieno queste possibilità ed invece dilapidò progressivamente parte di questo vantaggio per causa di un certo immobilismo politico e di una particolare rigidità sociale ed economica. E’ certamente vero che il Cinquecento vede ancora la supremazia, quale maggiore potenza europea, della Spagna ma, in questo secolo caratterizzato da una generale e notevole espansione e crescita in tanti campi (nell’economia, nella cultura, …), essa vide la perdita progressiva della sua posizione dominante a scapito di nuove potenze come Francia, Inghilterra ed altre che nel corso del secolo accrebbero la loro importanza e le proprie sfere d’influenza. Nel corso di questo “lungo secolo” - com’è stato chiamato da alcuni storici anche per rilevarne la notevole densità d’avvenimenti, cambiamenti, progressi, … - si determinarono tanti fatti storici collegati l’uno all’altro che condizionarono il continente europeo e lo portarono nel secolo successivo a quel devastante momento di rottura rappresentato dalla guerra dei Trent’anni. Nella difficile sintesi della storia del XVI secolo mi è funzionale evidenziare come una serie di eventi politici, religiosi, culturali come la rivoluzione copernicana nonché sociali ed economici quale la nascita di un protocapitalismo, abbiano determinato le cronologie che vado a definire. Tra gli eventi più prettamente politici del Cinquecento è sicuramente centrale il progetto universalistico-imperiale di Carlo V poi infrantosi sul fronte delle guerre franco-asburgiche (1521- 1559); alcuni tra gli altri principali fatti del secolo sono la rivoluzione religiosa che procedendo 1 AA.VV. “Manuale di Storia moderna” , Donzelli, Roma 1998; saggio “L’idea di età moderna”di Roberto Bizzocchi.

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Informazioni tesi

  Autore: Diego Baccilieri
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Giancarlo Angelozzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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