Piana delle Orme tra antropologia e storia: come si comunica il patrimonio
Una breve panoramica della nascita dei musei e l’approccio dell’antropologia museale ad essi, ci permette di comprendere i cambiamenti che hanno investito l’istituzione museale fino ad oggi: una diversa visione di essa e delle sue funzioni. Oggi i musei non rappresentano più luoghi di esclusiva conservazione ma di memoria collettiva, attraverso una nuova veste che li porta ad essere luoghi vitali e al passo con la modernità, come testimonia la loro presenza anche sul web.
Connesso al museo è il tema del turismo: quello che si va affermando oggi è il cosiddetto “turismo culturale”, che non comprende più solo classiche visite a musei, Chiese e monumenti, ma ha a che fare con tutto ciò che rappresenta la cultura di un territorio e la vita di una popolazione, un turismo curioso di “divorare” quello che Mac Cannell definisce l’autenticità. Il museo è uno strumento che può contribuire alla valorizzazione del patrimonio locale in cui è inserito. E’ qui che introduco la ricerca svolta sul Museo demo-etno-antropologico e storico di Piana delle Orme, a Borgo Faiti in provincia di Latina, nato dalla passione del collezionista Mariano De Pasquale, che in pochi anni ha raggiunto un numero di reperti storici da record dei primati, e che rappresenta con i suoi sedici padiglioni espositivi la storia e l’immagine del territorio pontino dagli anni della Bonifica a quelli del Dopoguerra. Dalla nascita del Museo si passa ad osservarne la ricca esposizione, in particolare quella di un padiglione ben preciso, grazie all’analisi visuale scaturita dalle mie visite ad esso. In seguito ho indagato se Piana delle Orme possa contribuire a rafforzare l’immagine del territorio pontino, mettendo in luce le attività e le manifestazioni organizzate, così come i tentativi attuati nel collaborare con dei Tour operator. Questa realtà museale può promuovere il patrimonio locale e l’immagine turistica di Latina? Spunti pratici vengono suggeriti sull’impronta del testo di De Varine Le radici del futuro. Il patrimonio culturale al servizio dello sviluppo locale. E’ necessaria la collaborazione di Enti pubblici o un museo privato può con le proprie forze contribuire allo sviluppo turistico del suo territorio? Può Piana delle Orme creare un Centro di Ricerca delle Tradizioni Pontine? Quali collaborazioni sono necessarie per realizzare ciò? Quali figure professionali sono indispensabili per attuare un progetto di promozione? Per rispondere a questi quesiti, fondamentale è l’intervista alla Direttrice di Piana delle Orme, la Dott.ssa Alda Dalzini, da cui emerge che i punti di debolezza di Piana risultano essere la poca collaborazione da parte delle istituzioni pubbliche locali, ed il basso sostegno finanziario. Fondamentale per la riuscita di molti progetti è un buon supporto scientifico e il saper gestire il patrimonio culturale, dando un ruolo preminente all’antropologo e all’operatore culturale, che sappiano interpretare gli elementi di forza di un territorio e valorizzarli in rapporto alla comunità residente e allo sviluppo turistico.
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Informazioni tesi
Autore: | Giuseppina Giallombardo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Lucilla Rami Ceci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 226 |
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