La concorrenza come processo conoscitivo
Gli economisti contemporanei, seppur di diverse scuole, concordano oggi nel ritenere che nella concreta vita economica un regime di concorrenza perfetta non può realizzarsi appieno e non si è mai realizzato dovendo ammettere che non sempre il funzionamento automatico delle leggi dell’offerta e della domanda è sufficiente a raggiungere le soluzioni economicamente e socialmente migliori.
La concorrenza perfetta è appunto solo un modello ideale e teorico in quanto nel mercato reale mancano generalmente alcune delle condizioni che lo caratterizzano: può non aversi un prezzo uniforme, a causa della diversificazione dei prodotti (brevetti, marchi, pubblicità), della diversa ubicazione delle imprese e del costo del trasporto, oppure anche per la scarsa conoscenza del mercato da parte dei consumatori; quando le spese fisse hanno una forte incidenza sul costo di produzione, ad una diminuzione della quantità domandata del prodotto le imprese non possono reagire restringendo la produzione (come dovrebbero) senza andare incontro a forti perdite; quando, con l’aumento della quantità prodotta, i costi medi anziché aumentare diminuiscono, il che spesso avviene nelle moderne produzioni condotte su larghissima scala, una sola o pochissime imprese finiscono inevitabilmente per accentrare in sé tutta la produzione e ad avere il controllo del mercato.
Invece, in una situazione di monopolio, tutta l’offerta di un bene o di un servizio è accentrata nelle mani di un solo operatore.
Rispetto a ciò che avverrebbe se una merce o un servizio fossero messi a disposizione del pubblico in regime di concorrenza, l’affermarsi di una posizione monopolistica provoca generalmente la diminuzione della quantità offerta e il contemporaneo aumento del prezzo relativo.
Il monopolista ha la possibilità di agire sul prezzo o sulla quantità, nel senso che egli può fissare il prezzo e lasciare che il mercato stabilisca la quantità da acquistare, oppure fissare la quantità e affidare al mercato la decisione sul prezzo.
L’art. 43 della Costituzione pone una serie di limiti, formali e sostanziali al riconosciuto potere statale di creare monopoli pubblici: la riserva di attività deve essere disposta con legge ordinaria e il sacrificio della libertà di iniziativa deve rispondere a fini di utilità generale. Inoltre i settori nei quali può essere legittimamente istituito un monopolio pubblico sono predeterminati in modo tassativo.
Derogando al principio generale della libertà di contrattare, l’art. 2597 del Codice Civile pone un duplice obbligo a carico di chi opera in regime di monopolio: l’obbligo di contrattare con chiunque richieda le prestazioni che formano oggetto dell’impresa; l’obbligo di rispettare la parità di trattamento fra i diversi richiedenti.
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Cebrelli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Salvatore Rizzello |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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FAQ
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