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Analisi dei profili organizzativi del business system cinese

Ogni giorno i rapporti economici tra il nostro Paese e la Cina si fanno sempre più frequenti e complessi: le aziende italiane si confrontano quotidianamente con l’economia di questa nazione. Tassi di crescita dell’economia ineguagliati dalle altre nazioni, mercato interno dalle potenzialità immense, grandissima capacità produttiva, costo del lavoro bassissimo, problemi ambientali: sono solo alcune delle caratteristiche della Repubblica Popolare Cinese che in questi anni sta sfidando le potenze economiche mondiali. Il fatto che tutti questi fattori caratterizzino il paese più abitato della terra non può far altro che accrescere la necessità di conoscenza di quest’immensa nazione, di conoscere quali siano i suoi punti di forza e di quali siano le problematiche che la contraddistinguono.
Partendo da queste premesse, l’obiettivo di questa dissertazione è analizzare l’ambiente organizzativo cinese, prestando particolare attenzione alle principali dimensioni organizzative che possono maggiormente influenzare la strategia delle imprese italiane che vogliano orientare i loro investimenti sul territorio della Repubblica Popolare Cinese.
Tra questi fattori si possono annoverare le peculiarità del settore delle risorse umane, la cui principale caratteristica è un mercato del lavoro con un elevato surplus di manodopera che mantiene i salari dei lavoratori cinesi su livelli di retribuzione media oraria di circa cinquanta centesimi di Euro.
Molti studi evidenziano come le relazioni interorganizzative che si sviluppano tra gli attori del business system cinese siano profondamente influenzate da un sistema di valori quanto mai diverso rispetto ai paradigmi occidentali, come ad esempio il concetto di guanxi.
Vincoli, ma anche opportunità per l’investitore straniero, derivano dall’ordinamento giuridico di un’economia che solo negli ultimi due decenni del ’900 si è gradualmente aperta agli investimenti provenienti dall’estero, prevedendo inizialmente la sola possibilità di operare attraverso joint venture costituite con partner cinesi, ma che in seguito ha aperto anche all’opportunità di costituire società ad intero capitale straniero.
La RPC attrae sempre più investimenti dall’estero ed è divenuta la principale area manifatturiera di tutto il mondo, tuttavia le imprese italiane che finora hanno sfruttato le opportunità di questo Paese sono ancora relativamente poche. L’incremento della presenza italiana nella RPC potrebbe far sì che questo Paese non sia più visto esclusivamente come una minaccia alla nostra economia, ma che sia visto anche come un mercato dalle immense opportunità probabilmente finora eccessivamente sottovalutato.

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6 INTRODUZIONE Giovedì 6 gennaio 2005 il governo di Pechino ha festeggiato ufficialmente il superamento di quota un miliardo e trecento milioni di abitanti, circa ventitre volte il numero dei cittadini italiani. La Repubblica Popolare Cinese (RPC) è lo Stato che annovera il maggior numero di cittadini al mondo ed è entrata nel nuovo millennio imponendosi sempre più nella vita quotidiana di tutti i Paesi del mondo, in particolar modo dal punto di vista economico. Tassi di crescita dell’economia ineguagliati dalle altre nazioni, mercato interno dalle potenzialità immense, grandissima capacità produttiva, costo del lavoro bassissimo: sono solo alcune delle caratteristiche della RPC che in questi anni sta sfidando le potenze economiche mondiali. Il fatto che tutti questi fattori avvengano nel paese più abitato della terra non può far altro che accrescere la voglia di conoscenza di questa immensa nazione, di conoscere quali siano i suoi punti di forza e di quali siano le problematiche che la caratterizzano. Non passa giorno che i mass media non alimentino il dibattito sul “fenomeno Cina”, contribuendo solo in parte ad accrescere il livello di conoscenza di questo paese, molto spesso limitandosi ad una prospettiva provinciale che alimenta la visione stereotipa della Cina che fa solo concorrenza sleale nel mondo copiando i prodotti occidentali e invadendo i mercati con prezzi irrisori. Sono alimentate polemiche sterili e vengono addotte di volta in volta nuove motivazioni che dovrebbero mettere in guardia gli imprenditori, i lavoratori e i consumatori dai pericoli provenienti dai sempre più frequenti rapporti con la RPC. L’obiettivo di questa dissertazione è quello di analizzare l’ambiente organizzativo cinese, cercando di analizzare le principali dimensioni che possono maggiormente influenzare la strategia delle imprese italiane che vogliano investire nella RPC.

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Roldo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della politica
  Relatore: Federico Niccolini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 150

FAQ

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