Il potere di amministrazione del socio nella nuova S.r.l.
Alla luce delle importanti innovazioni introdotte dalla riforma del diritto societario attuata dal d. lgs. 06 / 2003, si è tentato di analizzare quali siano gli attuali contenuti del potere di amministrazione del socio di società a responsabilità limitata.
Nella prima parte del testo si è evidenziato come la nuova disciplina sia stata imperniata sulla accentuazione della rilevanza della persona dei soci e dei loro rapporti personali, per soddisfare esigenze economiche e gestionali particolarmente presenti nelle imprese di piccole e medie dimensioni. Infatti, in una prospettiva molto liberale, il legislatore della riforma ha valorizzato le capacità di scelta e di innovazione degli imprenditori, fornendoli anche di modelli societari “elastici”, da conformare autonomamente alle loro esigenze, per raggiungere la massima efficienza economica.
La libertà lasciata ai privati nel configurare lo statuto societario è oggi talmente ampia da non permettere più di rinvenire un vero e proprio modello “normativo” definibile come “tipo” societario, a cui ispirarsi, e da portare, invece, a distinguere nettamente due modelli di s.r.l. : il primo, “legale”, sarebbe costituito dalle scarne prescrizioni imperative, mentre il secondo, “statutario”, nascerebbe dalla autonomia dei privati, chiamati a disciplinare concretamente la società nell’atto costitutivo, con una vasta gamma di concrete fattispecie che i pratici possono inventare.
La società a responsabilità limitata sembra aver abbandonato il tradizionale ruolo di “piccola società per azioni senza azioni”, o di s.p.a. “semplificata”, per divenire una sorta di “società di persone a responsabilità limitata”, a causa dei forti rinvii normativi alla disciplina della società in nome collettivo: a fronte della limitata responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali, infatti, presenta anche un carattere fortemente “personalistico”, per la rilevanza centrale attribuita al socio, soprattutto nella amministrazione della società.
Gli ampi spazi di autonomia statutaria lasciati oggi ai privati, infatti, permettono la costituzione di società nelle quali è forte il potere di amministrazione conferito ai soci: essi godono del diritto di incidere sulla gestione della società, sia in modo diretto, compiendo personalmente atti gestori, sia indirettamente, vigilando sull’attività degli amministratori in carica ed agendo giudiziariamente nei loro confronti.
Nella seconda parte del testo si è tentato di sottolineare quali siano gli elementi essenziali del potere di amministrazione del socio di s.r.l.
La gestione della società può essere direttamente devoluta ai soci, investendoli formalmente delle cariche sociali, ma è anche possibili conferire loro “particolari diritti” amministrativi aventi i contenuti più vari.
I poteri amministrativi dei soci sono oggi suffragati dai loro pregnanti diritti di controllo della gestione societaria e di ispezione dei documenti relativi all’amministrazione, esercitabili nonostante la presenza di un collegio sindacale e tutelati dall’innovativa legittimazione all’esperimento individuale dell’azione sociale di responsabilità.
La rilevanza del potere amministrativo del socio di s.r.l. è presa in considerazione dalla legge anche nei suoi aspetti patologici, con la sanzione della responsabilità dei singoli soci per i danni cagionati dalla loro cattiva gestione.
I “particolari diritti” attribuibili al socio, i suoi preganti diritti di controllo, gli innovativi sistemi di amministrazione e la rilevanza delle “decisioni” assembleari, sono i nuovi profili del potere di amministrazione del socio nella società a responsabilità limitata che si è tentato di analizzare alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto di riforma.
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Vittoria Lonardi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Giovanni Tantini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 127 |
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