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La tesi del giorno

Malattie coronariche silenti: il caso Morosini

Malattie coronariche silenti: il caso MorosiniLa drammatica e improvvisa morte del calciatore del Livorno Piermario Morosini, avvenuta nel corso della partita di calcio nello stadio di Pescara, getta un’ombra inquietante sul mondo dello sport e sulla prevenzione e il controllo medico degli atleti.

Mentre l’opinione pubblica è sconvolta per la perdita dello sfortunato centrocampista, l’autopsia del medico legale esclude l’ipotesi dell’aneurisma e dell’infarto come causa del decesso, in quanto non è stata rilevata alcuna emorragia.

L'ipotesi principale riguarda l’insorgere di una fibrillazione ventricolare del cuore che ne avrebbe, di fatto, impedito la normale funzione di pompa per poi dare luogo a un arresto cardiaco. Tale aritmia potrebbe essere stata determinata appunto da un'anomalia di origine genetica. Tra l'altro, non sfugge all'attenzione dei medici una storia di familiarità per le malattie di cuore: il padre del giocatore sarebbe morto per una malattia cardiaca.

Secondo gli esperti sono molte le malattie che riguardano la conduzione cardiaca, alcune delle quali legate a difetti genetici (gli esperti le chiamano canalopatie, sindrome del Qt lungo e breve, Wolf Parkinson White, sindrome di Brugada).

Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi all'avanguardia in merito alla prevenzione e il controllo medico degli sportivi rispetto al resto dell’Europa e del mondo, la tragedia di Morosini invita a intensificare gli accertamenti clinici.

La tesi di Master del dott. Massimo Bolognesi dimostra l’importanza dello sviluppo di strategie di screening attraverso le quali diagnosticare precocemente le malattie coronariche silenti.

La ricerca di Massimo, focalizzata sugli atleti Master (di età compresa tra i 35 e i 40 anni) sottolinea in particolare come gli agonisti, considerati individui in perfetta forma fisica, possano nascondere malattie cardiache poco conosciute come la coronaropatia aterosclerotica asintomatica o anomalie congenite che aumentano il rischio di morte improvvisa .

A tal proposito l’autore indaga le strategie di screening e i test atti a ridurre la morbilità e la mortalità per coronarosclerosi. "Fra i test principali per diagnosticare una coronarosclerosi silente figurano l'ECG a riposo e soprattutto durante test da sforzo massimale che possono fornire l'evidenza di un infarto miocardico pregresso silente o di una ischemia cardiaca inducibile e asintomatica. La valutazione della prevalenza di ischemia silente nella popolazione generale proviene da studi che hanno utilizzato il monitoraggio elettrocardiografico durante test da sforzo o test ergometrico, come, ad esempio i partecipanti allo studio Seattle Heart Watch) o allo studio Lipid Research Clinics Program, i quali erano individui scelti tra la popolazione “normale” asintomatica e sottoposti prima a test da sforzo e poi seguiti in follow up per investigare il significato prognostico delle alterazioni elettrocardiografiche dell’ischemia silente. Le analisi dei due studi hanno evidenziato che nei 10.000 soggetti asintomatici studiati, 500 (5%) avevano un test da sforzo anormale; di questi individui, il 50% aveva una malattia coronarica documentata alla coronarografia".

L’elaborato di Massimo presenta infine 10 casi clinici relativi alla visita di idoneità agonistica di 1° livello in atleti master altamente competitivi, praticanti sport di resistenza, con l’obiettivo di illustrare l’iter clinico e il follow up in caso di riscontro di un anomalie cardiache.

Nell’attesa di scoprire se la carenza in campo di defibrillatori abbia provocato la morte del giovane calciatore, il Presidente della Lazio Lotito ha indicato la strada da seguire per evitare che episodi del genere accadano ancora: effettuare valutazioni ancora più accurate e scrupolose dell’integrità fisica dei giocatori, tenendo in considerazione la capacità di sopportare lo stress di un’attività fisica così intensa.

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La cardiopatia ischemica silente negli atleti master competitivi