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La conferenza di Tarvisio
Le relazioni ufficiali tra Germania e Italia compiono un passo avanti con un incontro fra i ministri degli Esteri e i Capi di Stato Maggiore delle due nazioni. Al convegno, che si tiene a Tarvisio, partecipano da parte tedesca Ribbentrop e Keitel, e da parte italiana Guariglia e Ambrosio. L'incontro è stato sollecitato da Ribbentrop allo scopo di discutere la mutata situazione italiana e con quello di chiarire i rapporti politici e militari tra i due paesi.
Durante la seduta mattutina, limitata alla situazione politica, Ribbentrop chiede di avere dei «chiarimenti». «Il tono e il contegno» di Ribbentrop, ricorda Dollmann, sono «di una freddezza [talmente ] offensiva [che] da ogni frase e da ogni mossa emana la più cordiale disistima per il nuovo governo italiano». Guariglia rispose al ministro degli Esteri tedesco che il mutamento avvenuto sulla scena politica italiana è «d'ordine puramente interno», e che non modificherà i rapporti tra i due Stati.
Nel pomeriggio dello stesso giorno si incontrano i Capi di Stato Maggiore dei due paesi. Entrambi hanno lo stesso intento, quello di evitare una rottura dei loro rapporti, al fine di guadagnare tempo. I tedeschi mirano essenzialmente a concludere, per quanto possibile con il consenso degli italiani, la mobilitazione lungo il confine italotedesco già iniziata dopo il 25 luglio; gli italiani acconsentono alle richieste tedesche per assicurarsi ulteriore tempo, in modo da poter portare avanti con prudenza i negoziati con gli anglo-americani.
La conferenza di Tarvisio fu l'ultimo atto della cooperazione ufficiale, nel quadro dell'Asse Roma-Berlino, tra il Terzo Reich e il Regno d'Italia.
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