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Una legge sull'ordinamento delle banche di emissione
La legge n. 1920 costituisce il primo atto organico dello Stato italiano in materia di ordinamento delle banche di emissione.
Il provvedimento incide in via diretta sulla questione della concorrenza nelle emissioni di moneta decretando, da un lato, l'esclusione dal diritto di emissione degli istituti che già non lo esercitino e contrastando, dall'altro, il processo di concentrazione delle emissioni medesime in un unico istituto, obiettivo perseguito con fermezza dal decreto del 1 maggio 1866.
La conferma decisiva della radicale inversione di rotta operata dal legislatore in materia di emissioni viene dalla liberalizzazione del processo di espansione territoriale di tutti gli emittenti, che stimola in particolare l'ampliamento degli istituti minori mediante la concessione ad ognuno di essi della possibilità di «aprire sedi o succursali in qualunque provincia del Regno».
Questa legge in sostanza opera restrizioni al principio della libera concorrenza nella produzione di moneta senza tuttavia promuovere un rigoroso progetto di assegnazione del monopolio ad un unico istituto. Questo da un lato contrae l'elasticità dell'offerta di moneta, e dall'altro segmenta il mercato delle banconote in tante aree monetarie locali.
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