Il saggio è incentrato sulla pedofilia e sulla pedopornografia; affronta con acutezza queste tematiche, prendendo spunto dalla classificazione delle devianze sessuali secondo il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders)
Le condotte pedofile e la loro evoluzione storico sociale
di Anna Carla Russo
Il saggio è incentrato sulla pedofilia e sulla pedopornografia; affronta con
acutezza queste tematiche, prendendo spunto dalla classificazione delle
devianze sessuali secondo il DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorders)
Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa -
Napoli
Facoltà: Scienze della Comunicazione
Esame: Criminologia
Titolo del libro: Le condotte pedofile e la loro evoluzione storico
sociale
Autore del libro: Marialaura Cunzio
Editore: Editoriale Scientifica
Anno pubblicazione: 20101. La pedofilia tra sociologia e psicopatologia
Questo lavoro è un approfondimento su un tema più ampio, quello dei “cyber Crimes”, sulla pedofilia on
line. La riflessione è scaturita dall’osservazione delle possibilità della rete di far nascere delle comunità di
pedofili, persone che nel passato vivevano nell’ombra ma che attraverso la rete adescano minori.
Il tema delle condotte pedofile è legato all’evoluzione del costume sessuale e della risposta sociale rispetto
ad esse. Il computer riduce la comprensione del disvalore etico del proprio comportamento. Prendiamo le
mosse da una definizione di PERVERSIONE ricorrente in testi recenti. La definizione è centrata sui
comportamenti, conforme ad un criterio della psicopatologia ed è portata ad escludere i vissuti soggettivi in
quanto poco verificabili.
SCOTT definisce “perverse” sono le attività e le fantasie sessuali, diverse dal rapporto genitale con il partner
consenziente di sesso opposto e di pari maturità.
Si può appunto dire che c’è una norma generale che è accettata dalla comunità e che viene ritenuta la
normalità. Questo è un insieme di norme morali, sociali, religiose, politiche. C’è bisogno di un impostazione
che tenga anche conto dei dati oggettivi e verificabili.
Dalla seconda metà del 900 la “teoria della complessità” investe l’intero arco delle scienze, nasce dalla
constatazione che le tradizionali concezioni lineari tendenti alla semplificazione dei problemi non riescono a
spiegare i fenomeni complessi perché tendono ad esemplificare.
Gli esempi storici della varietà delle componenti costitutive dell’insieme in questione sono innumerevoli.
Nella antica Roma la pederastia (relazione tra un adulto ed un adolescente) e la pedofilia erano pratiche
diffuse ma non solo con gli schiavi. La religione pagana non poneva particolari limiti di genere e specie
salvo il divieto dell’incesto. Coesistevano norme giuridiche e morali contraddittorie.
Importanti testimonianze ci sono offerte da TACITO che giudicava in modo severo Tiberio per le sue
pratiche pedofile. SVETONIO narra che Caligola aveva sempre rapporti con tutte le sorelle e che Nerone
faceva sesso con ragazzi liberi. Recenti scandali sono stati legati a pratiche pedofile da parte di sacerdoti.
Nessuna società umana ha un carattere anomico: ovunque troviamo la sessualità regolata da norme usuali ed
etiche. Variano le versioni di perversione e normalità e ciò fa di questo un fenomeno complesso.
A partire dall’affermarsi dell’etica cristiana del costume si è configurata una concezione meno permissiva di
quella classica. La grande permissività sessuale del mondo antico fu alimentata dai primi fustigatori cristiani
del costume pagano come Agostino e Tertulliano che si scagliano soprattutto contro l’omosessualità.
Il mondo antico non aveva posto una distinzione netta tra amore eterosessuale e omosessuale. Entrambi
erano soggetti a restrizioni. Il piacere sessuale non veniva distinto in base al genere. La sessualità antica
vedeva una distinzione tra parte attiva e passiva del rapporto puntando su una superiorità della parte attiva e
sull’uomo rispetto alla donna. I romani rifiutavano la possibilità che si potesse nutrire una passione efebica
per giovanetti dai 13 anni in poi come invece accadeva in Grecia. La rifiutavano però in quanto passione non
perché fosse un attività omosessuale. I greci facevano finta di credere che il rapporto sessuale con un efebo
fosse solo platonico. A Roma la pederastia non dava scandalo in sé. C’era una legge che vietava
Anna Carla Russo Sezione Appunti
Le condotte pedofile e la loro evoluzione storico sociale