Relazione della comunicazione
RELAZIONE DELLA COMUNICAZIONE
A volte uno stesso fenomeno può essere descritto con nomi diversi da soggetti diversi (es. recupero di efficienza produttiva vs. inaccettabile attacco al diritto all’occupazione) con sensi diversi
Ognuno ha una strategia operativa diversa che è oggettivamente giusta (per il suo sostenitore)
La soggettività sta nella scelta del modello usato per nominare il fenomeno (es. italiano aziendalista vs. italiano sindacalese); la scelta colloca il fenomeno in un contesto
Al contrario, altre volte uno stesso nome può essere attribuito a fenomeni diversi
I nomi sono arbitrari e soggettivi, mentre qualsiasi fenomeno, una volta nominato, coincide con il suo nome; se qualcun’altro usa un nome che rimanda ad un significato diverso, allora apparirà diverso
Per mettersi d’accordo è necessario condividere un linguaggio, e ciò si verifica al livello della relazione
Tipo di relazione e tipo di linguaggio scelto hanno un’influenza reciproca → se la relazione non è conflittuale, i soggetti tenderanno a collaborare per scegliere il miglior linguaggio condiviso, e viceversa
Relazione → legame che c’è tra due soggetti (è speciale, non generale)
Spesso le relazioni vengono definite a partire da ciò che viene scambiato (es. commerciali, d’amicizia..), ma la relazione indica il “come” dello scambio, non il “cosa”
Ciascuna relazione ha una forma (es. poesie hanno forma metaforica)
Per riconoscere noi stessi dobbiamo confrontarci → noi siamo chi siamo nella nostra relazione con gli altri
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Dettagli appunto:
- Autore: Fabio Merenda
- Università: Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
- Facoltà: Economia
- Corso: Economia Aziendale
- Esame: Linguaggi della comunicazione
- Docente: Prof.ssa Annamaria Testa
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