Redditività lorda e redditività netta
ROI e i sono espresse al lordo degli effetti fiscali, a differenza del ROE che ne è al netto. Può essere opportuno esprimere anche ROI e i al netto delle conseguenze fiscali, determinando un ROInetto e un inetto, attraverso 2 vie:
Calcolare sia RO che OF al netto delle imposte, ponendo questi 2 valori a numeratore dei rispettivi rapporti:
ROnetto = RO – t RO -> ROInetto = ROnetto/CIN
OFnetto = OF – t OF -> inetti = OFnetti/D
Moltiplicare ROI e i per (1-t). [t è l’aliquota fiscale: l’incidenza delle imposte sul risultato prima delle imposte]
ROInetto = ROI (1-t) inetti = i (1-t)
La redditività soddisfacente (“soglie minime di redditività” rispetto alle quali accettare ex ante – in sede di valutazione preventiva- ed ex post – all’atto di valutazione consuntive- la validità delle iniziative)
L’approccio cui viene riconosciuto il primato è quello ispirato al:
-> CAPM (Capital Asset Pricing Model), modello ispirato alle teorie finanziarie di analisi del portafoglio.
L’approccio è stato sviluppato con riferimento a un investitore asettico e razionale, non coinvolto affettivamente nella conduzione dell’impresa, che valuti le decisioni attinenti alla gestione del capitale in base ad un apprezzamento oggettivo dei ritorni attesi o conseguiti in termini di rendimento e di rischio.
In quest’ottica, il parametro rispetto al quale commisurare la redditività soddisfacente del capitale investito è il costo del capitale, inteso come costo opportunità (rendimento del miglior impiego alternativo al quale si rinuncia avente caratteristiche simili sotto il profilo del rischio). Più precisamente:
costo del capitale proprio (parametro di redditività soddisfacente per il ROE)
costo del capitale investito (termine di confronto per il ROI)
Secondo il CAPM (Capital Asset Pricing Model):
Costo del capitale = Rendimento impieghi a rischio nullo + Premio per il rischio
* Il rendimento di impieghi senza rischio può essere stimato abbastanza agevolmente facendo riferimento ai titoli di stato a M/L termine: esso non varia sia che si voglia determinare il costo del capitale proprio che il costo del capitale investito.
* Per premio per il rischio la questione si complica:
-> Se oggetto di stima è il costo del capitale investito (K), si deve fare riferimento al solo rischio operativo: cioè alla variabilità dei rendimenti imputabile a caratteristiche insite nei business o riscontrabili nell’ambito della gestione caratteristica dell’azienda (es. fattori che si riflettono sulla variabilità: barriere all’entrata, rigidità strutture di costo, obsolescenza degli impianti, etc)
-> Se oggetto di stima è il costo del capitale proprio (KE) è necessario introdurre una seconda componente di rischio, oltre quella operativa: il rischio finanziario. Le aspettative dell’azionista per una redditività soddisfacente sono infatti condizionate anche dall’effetto moltiplicativo derivante dalle scelte sul grado di indebitamento, effetto tanto maggiore quanto più questo risulta elevato
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Dettagli appunto:
- Autore: Alessia Chiovaro
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Economia
- Titolo del libro: Finanza d'impresa
- Autore del libro: Brusa, Guelfi, Zamprogna
- Editore: ETAS Libri
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