Debolezze della Regolamentazione
Debolezze della Regolamentazione
Il favore goduto dal binomio azienda pubblica-monopolio è durato fino agli anni 70/80 quando si sono resi evidenti e conclamati i difetti, le degenerazioni e le inefficienze provocvate da un modello gestionale di tipo burocratico-amministrativo, tra l’altro poco incline a tenere conto delle esigenze della collettività consumatrice. Si andavano così profilando ipotesi di: fallimento dell’intervento pubblico e del monopolio, che si fondavano sulle evidenze dello spreco e dello sforamento dei conti pubblici, sulla necessità di modificare la relazione stato-cittadino, sulle condizioni di inefficienza e inefficacia delle imprese pubbliche, etc.
Tutte queste sollecitazioni, unite alle esigenze, in Europa di dare concreta attuazione all’art.90 del Trattato della Comunità (che si basa sul libero scambio e sulla concorrenza5), nonché alla globalizzazione dei mercati anche nei settori tradizionali e tipici dei servizi pubblici (Telecomunicazioni, Servizi Postali, Servizi Elettrici) dava il via ad un profondo cambiamento basato su 3 pilastri:
* Deregolamentazione. Con la deregolamentazione (che non deve essere intesa come soppressione ed eliminazione di regole e vincoli nella gestione dei servizi pubblici) la P.A modifica sostanzialmente l’approccio e la filosofia di trattamento del comparto di pubblica utilità, attuando una netta separazione tra le 3 fondamentali funzioni: regolamentazione (attuata dal governo e parlamento e dagli enti pubblici locali attraverso l’attività normativa), gestione (affidata alle imprese che possono essere a proprietà pubblica o privata) e controllo (sottratta alla P.A e affidata a “autorità indipendenti” con poteri amministrativi e sanzionatori).
Con la deregolmanetazione viene altresì concessa la parziale o totale rimozione delle barriere di accesso al settore e quindi la possibilità di ingresso di nuove imprese sul mercato per le attività di servizi specifici o a valore aggiunto.
* Privatizzazione. Con la privatizzazione la P.A. trasferisce a soggetti privati la proprietà e l’esercizio di imprese pubbliche o di rami di attività di queste operanti nel settore dei pubblici servizi. La scelta di questa soluzione poggia sul principio che la gestione privata è più efficiente di una gestione e proprietà pubblica (la quale permane sia nelle aree di servizi pubblici c.d. universali sia nella proprietà e gestione delle infrastrutture di rete necessarie per taluni servizi)
* Concorrenza. (liberalizzazione) La libera concorrenza, prevista per tutte le attività economiche comprese quelle di “interesse economico generale” nell’ambito della Comunità europea è la condizione di mercato imposta dall’art,90 del trattato con la sola eccezione delle attività di servizio universale e “di rete”.
Questi passaggi enormemente complicati vanno gestiti nel tempo.
Nonostante questa forte spinta a riformare e ristrutturare le attività del settore permangono ancora esigenze di pubblica utilità e interesse generale e collettivo che vanno individuate e protette per non venire meno a uno dei principi nazionali e comunitari che vanno perseguiti. Non è infatti possibile ignorare che esistono:
a) fasce di popolazione a cui è necessario garantire l’accesso e l’utilizzazione dei servizi anche a condizioni non remunerative per il produttori; queste prestazioni definite “servizio universale” richiedono la fissazione di particolari tariffe e prezzi detti della “fascia sociale” per consumatori che si trovano in particolari condizioni economiche
b) strutture, impianti e infrastrutture necessarie per la produzione e distribuzione dei servizi pubblici che richiedono investimenti molto elevati, che rendono molto onerosa la moltiplicabilità degli impinati e lo sviluppo tecnologico e la cui gestione diventerebbe non remunerativa (si tratta in generale della gestione delle reti di impianti telefonici, linee ferroviarie, reti di acquedotti, linee di trasporto e distribuzione di energia elettrica, per le quali in generale non sono previste e attuate procedure di liberalizzazione
c) necessità di garantire per tutte le prestazioni di servizi condizioni di continuità, sicurezza, capillarità e affidabilità.
Continua a leggere:
- Successivo: La trasformazione dei mercati: dal monopolio alla concorrenza
- Precedente: Dalla regolamentazione alla deregolamentazione nel settore dei servizi di pubblica utilità
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Una proposta di bilancio consolidato per la governance finanziaria del gruppo pubblico locale: il caso del Comune di Rovigo
- La riforma dei servizi pubblici locali
- Regolazione e partecipazione pubblica nella gestione del servizio idrico italiano: un confronto con il modello inglese
- Il riparto di competenze in materia di tutela e gestione delle risorse idriche
- L'esternalizzazione del servizio pubblico locale - Gli effetti delle scelte sui bilanci pubblici e le valutazione dei risultati
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.