Gli altri intermediari finanziari
Gli intermediari creditizi comprendono, oltre alle banche, diverse figure (classi di "società finanziarie"):
* Società di leasing. Secondo le norme vigenti per tutti gli intermediari finanziari non bancari, la società di leasing esercita la propria attività iscrivendosi all’apposito elenco generale tenuto dall’UIC e risultando così sottoposta alla vigilanza della Banca d’Italia.
Le condizioni necessarie per l’iscrizione sono:
-> forma giuridica di società per azioni, in accomandita per azioni, società a responsabilità limitata o della società cooperativa
-> versamento di capitale sociale in misura non inferiore a 5 volte il valore minimo previsto per le società per azioni
-> possesso dei requisiti di onorabilità dei partecipanti al capitale della società e di professionalità degli esponenti aziendale
Inoltre le società di leasing sono sottoposte a una disciplina sull’adeguatezza patrimoniale e sulla dimensione dei rischi sostenuti, secondo un’impostazione di vigilanza prudenziale in linea con gli indirizzi generali di controllo già assunti nei confronti del sistema bancario.
Gli aspetti gestionali. Le società di leasing svolgono principalmente un’attività creditizia mediante la stipulazione di contratti di locazione finanziaria, che svolgono implicitamente la funzione di soddisfare fabbisogni finanziari di investimento.
Il contratto di leasing è un contratto mediante il quale una parte (società di leasing, locatore) concede in locazione all’altra (cliente, locatario) per un tempo determinato e in contropartita di un canone periodico, il bene acquistato o fatto costruire dal locatore o su scelta del locatario, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a condizioni prefissate. La conseguenza di questa formula è che la proprietà del bene locato appartiene alla società di leasing, fino all’eventuale riscatto da parte del cliente.
Le società di leasing finanziano in genere investimenti produttivi sia beni mobili che immobili; ciò non esclude che le società di leasing svolgano pure una funzione di finanziamento al consumo.
[…]
Il bilancio.
Lo S.P. della società di leasing è caratterizzato all’attivo soprattutto dall’ammontare dei beni concessi in locazione (iscritti al valore di acquisto deprezzato dall’ammortamento).
Altre poste significative sono rappresentate dal circolante (cassa, banca, titoli) e dai crediti leasing netti in mora, che corrispondono ai crediti che la società di leasing matura nei confronti delle controparti inadempienti nel versamento dei canoni periodici.
A queste voci occorre aggiungere le immobilizzazioni di carattere strumentale (immobili e altre attività del patrimonio sociale).
La struttura delle fonti di finanziamento non si presenta particolarmente articolata: in prevalenza la raccolta si sviluppa attraverso finanziamenti a breve e medio-lungo termine, sottoforma di prestiti concessi da banche e, in parte, da altri intermediari.
Non sono di solito presenti nelle passività delle società di leasing italiane le emissioni di prestiti obbligazionari.
L’ammontare del capitale dipende anche dai requisiti di capitalizzazione minima imposti dalla regolamentazione.
Il C.E. è caratterizzato da 3 voci principali:
-> ricavi provenienti dai canoni incassati dalla clientela
-> ammortamenti dei beni concessi in locazione
-> interessi passivi corrisposti sui finanziamenti accesi a vario titolo nei confronti dei soggetti finanziatori
A livello più approfondito di analisi, il CE scalare consente di mettere in luce il modello di economicità della società di leasing che è basato sulla formazione del margine di interesse.
La differenza fra i ricavi da canoni e l’ammortamento dei beni concessi in leasing rappresenta l’interesse attivo conseguito dalla società di leasing sul prestito concesso al locatario; se al valore suddetto si sommano algebricamente:
° le eventuali minusvalenze/plusvalenze provenienti dalla vendita sul mercato del bene da parte della società di leasing (nel caso di mancato esercizio del diritto di riscatto da parte del cliente)
° gli interessi attivi di mora su canoni non corrisposti
° tutti gli interessi attivi provenienti da altri investimenti finanziari
si ricava il totale degli interessi attivi.
Confrontando tale valore con il totale degli interessi passivi, si ottiene il "margine di interesse".
Le componenti successive del CE ricalcano la struttura caratteristica degli intermediari finanziari, quindi, sommando al primo le commissioni attive incassate e quelle passive corrisposte si ottiene il "margine di intermediazione".
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Dettagli appunto:
- Autore: Alessia Chiovaro
- Università: Università degli Studi di Palermo
- Facoltà: Economia
- Esame: Intermediari Finanziari
- Titolo del libro: Il sistema finanziario
- Autore del libro: G. Forestieri - P. Mottura
- Editore: EGEA
- Anno pubblicazione: 2009
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