MOTIVAZIONE UMANA E PIACERE
La motivazione umana trae spunto dal piacere, sia quello di tipo incentivante che di tipo funzionale o processuale. Le teorie della motivazione devono poter spiegare cosa e come si mette in moto un comportamento, la direzione che un’azione prende, cosa dia intensità all’azione e gli elementi che portano alla conclusione di un’azione.
Ogni attività dell’organismo è trattabile come un’azione ma prima dei singoli comportamenti o atti, un essere vivente è impegnato nell’azione generale di vivere: “pulsione a vivere”, mantenere la struttura che consente la vita, costituisce la fondamentale motivazione delle organizzazioni biologiche. L’azione umana si rappresenta come il risultato di due ordini di forze:
Pulsionale: forze pulsionali come tutte quelle spinte ad agire che provengono dai meccanismi interni dell’essere vivente. Ci si riferisce alle pulsioni che concernono i comportamenti di sopravvivenza dell’individuo.
Attrazzionale: oggetti o situazioni, detti incentivi,attraggono l’azione degli individui per il valore gratificante che ricoprono. Gli incentivi sono dunque in grado di provocare sensazione di piacere.
I fattori di motivazione per gratificazione per essere motivanti debbono essere prima ricordati nel loro valore di piacere e indi anticipati con la rappresentazione. Per le motivazioni incentivanti è bene parlare di “lavoro del desiderio”, il desiderio è il voler ottenere qualcosa che produce piacere.
È rispetto alla funzione rappresentativa che il bisogno e il desiderio si differenziano: il bisogno lascia minor spazio all’elaborazione fantasmatica della rappresentazione di ciò che potrebbe soddisfarlo. All’aprirsi di un bisogno scatta come la necessità di soddisfarlo, che spinge l’individuo a trovarne una soddisfazione appena possibile. Mentre il desiderio insiste sulla catena di oggetti che hanno dato prova di soddisfare il piacere; tali oggetti possono essere i più diversi da persona a persona.
La sessualità viene anch’essa fatta rientrare nell’ordine dei fattori motivazionali innati o intrinseci.
Dunque si può chiamare desiderio proprio l’intenzione volitiva di un soggetto per un oggetto di piacere, ed è aperto alla molteplicità delle possibili soddisfazioni. Ed è per questa polivalenza del desiderio che in ambito sessuale troviamo condotte assai diverse fra loro (omo o etero sessualità).
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Dettagli appunto:
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Autore:
Carla Callioni
[Visita la sua tesi: "Vita di uno stupratore tra abusi e rieducazione"]
- Università: Università degli Studi di Bergamo
- Facoltà: Scienze della Formazione
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