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SCIENZA E PSICHIATRIA


La scienza romantica di Lurija comprende l’uomo mentre la scienza ufficiale lo estranea. Lurija ha proposto nuovi modi di pensare intorno alla natura umana, modi di pensare coerenti con gli sviluppi attuali delle scienze forti. La funzione del sistema nervoso è di espandere le possibilità di azione dell’organismo vivente, che vengono interpretati come comportamenti, nella sua relazione con gli altri organismi viventi e con l’ambiente in cui vive. Approccio i cui punti di creazione della conoscenza sono proprio le relazioni che emergono dalla loro interazione e che potrebbero permettere di superare l’impasse delle ipotesi riduzionisti che (psichiatria molecolare) che confondono lo sviluppo della scienza con il progresso delle sue applicazioni tecnologiche.
La psichiatria è una scienza che non può avanzare perché il suo paradigma attuale di “malattia della mente” è necessario affinché sia mantenuto l’ordine sociale costituito. Paradosso della psichiatria:“come scienza non può riflettere su se stessa senza impensierire i depositari del suo potere sociale; la sua esistenza è vincolata all’accettazione di una sudditanza con il potere costituito”.La psichiatria non può cambiare perché ha accettato di non dialogare né con se stessa né con altri approcci al problema del comportamento umano. La psichiatria rimane il riferimento indiscutibile dell’azione sul territorio da parte del sistema sanitario.
La psichiatria è l’unica disciplina scientifica che ha il potere di costringere un individuo ad agire contro la sua volontà, ma esiste anche un’altra circostanza in cui è consentito un atto coercitivo da parte del medico: in caso di pericolo  o contagio. Malattie infettive e malattie psichiatriche hanno in comune di concedere al medico la possibilità di esercitare un potere assoluto in nome della legge e dell’essere in assoluto le malattie più temute.
Ogni malato nel suo essere deviante è la prova vivente e spesso coinvolgente della fragilità di ognuno di noi. Un corpo normale è un corpo sano, chi è malato è un deviante, va curato ma anche punito perché esprime un disagio che deve essere corretto. Ogni malato è un pericolo per la nostra appartenenza al gruppo dei sani, soprattutto se la malattia è inspiegabile o incurabile da un punto di vista scientifico.
La psichiatria interviene soprattutto nei confronti di chi soffre senza motivo: è malato senza giustificazione, è colpevole di non essere sereno pur nel benessere e si deve curare. Se non guarisce è responsabile di pesare sulla società con la sua diversità e la sua inefficienza ingiustificabili.
La psichiatria tranquillizza dalla paura della diversità imponendo però attraverso la diagnosi psichiatrica un’altra norma da rispettare. La diagnosi è comunemente definita come la conoscenza attraverso dei segni e sintomi dello stato presente della malattia, che viene espressa attraverso una parola (es. Alzheimer). Ma quali sono i criteri perché una modificazione del comportamento rientri in una diagnosi psichiatrica?-i sintomi che permettono tale diagnosi dipendono dal modello culturale di una società (lo sciamano africano e uno psicotico occidentale: atteggiamenti comuni ma si da significati diversi), dove una patologia del cervello provoca una malattia mentale solo in una società sensibile a riconoscerla come tale. La diagnosi psichiatrica è uno strumento di indagine e classificazione che è allo stesso tempo ancora una “teoria della mente”. Ad esempio la teoria secondo cui ogni attività umana, anche la più complessa. Ha un preciso correlato biologico è ancora una teoria della mente. (Psichiatria molecolare: tendenza recente della psichiatria che vanta tra i suoi successi la creazione di modelli animali dei disturbi psichiatrici).

Tratto da LE RADICI CULTURALI DELLA DIAGNOSI di Carla Callioni
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