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LA SCUOLA FRANCESE DI SOCIOLOGIA: LA SOCIETÀ COME COMUNITÀ SIMBOLICA


La tradizione centrale della sociologia, che ha coniato il termine stesso, nasce in Francia ed è legata al nome del suo fondatore: Emile Durkheim (1858 – 1917).
Egli e la sua scuola, diversamente da quella americana, contribuirono alla costituzione dell’antropologia, infatti, utilizzarono i dati etnografici ricavati dalle società più semplici per formulare una teoria generale dell’origine e della funzione delle rappresentazioni collettive e del simbolismo sociale.
In realtà Durkheim non distingueva antropologia e sociologia in base all’oggetto di studio. L’antropologia rappresentava la descrizione empirica delle società primitive. Sulla base dei dati etnografici, la sociologia doveva poi produrre un’analisi teorica, formulare leggi generali capaci di spiegare il funzionamento della società nel suo complesso, fosse questa tribale o moderna.
La distinzione non riguardava allora il campo di indagine, ma il tipo di analisi.
Durkheim era convinto che le società “primitive” fossero le più semplici perché le cose superflue non erano ancora intervenute a modificarne l’essenza. I dati raccolti dagli etnografi rappresentavano quindi un materiale importantissimo perché consentivano di mettere a nudo i rapporti tra società e religione, di individuare il funzionamento della religione. Le religioni primitive, infatti, vengono studiate non per cogliere la particolarità e la varietà delle credenze e pratiche culturali, ma per mettere a fuoco gli elementi permanenti della religione (pag. 29).
L’autore, pur non usando mai il termine cultura, le attribuisce tuttavia un ruolo fondamentale nella sua riflessione. Non solo perché studia la religione, le forme di classificazione, i valori e la morale ma soprattutto perché per lui, la società, qualunque tipo di società, ha fondamentalmente un carattere simbolico.
Egli arriva a tale conclusione quando risponde a un quesito al quale molti studiosi del suo tempo cercavano di rispondere: perché la società sta insieme e non si disintegra nella lotta di tutti contro tutti?
I pensatori liberali avevano teorizzato che ciò fosse dovuto al fatto che la società scaturisse dall’incontro spontaneo tra individui razionali che perseguono i propri interessi sulla base di contratti liberamente stipulati.
Durkheim riteneva questa risposta fragile e poco convincente.
La società si può basare sui contratti dei singoli individui solo se questi sono disposti a rispettarli. In altri termini ciò richiede la presenza di una fiducia reciproca tra i contraenti, ossia l’esistenza di una solidarietà precontrattuale. Non sono la razionalità e gli interessi a tenere unita la società ma qualcosa che viene prima e che costituisce il loro fondamento.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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