le imprese della new economy
la nascita della new economy è dovuta principalmente agli enormi investimenti da parte del governo usa in collaborazione coi dipartimenti di ricerca delle università nello sviluppo di tecnologie legate all’informatica e alle comunicazioni, e ad una nuova generazione di apportatori di capitale di rischio, i venture capitalists, che finanziarono molte nuove imprese nel settore dei semiconduttori nate nella silicon valley. i venture capitalists introdussero una remunerazione per i managers basata su “stock options”, che diede al management un forte incentivo a sviluppare le capacità innovative dell’impresa. oltre a utilizzare le proprie azioni come forma di salario, alcune imprese le utilizzarono anche per ingrandirsi attraverso acquisizioni di imprese più piccole, in modo da avere accesso a nuove tecnologie ed esternalizzare le attività complesse, specializzate o routinarie. la principale differenza con i modelli di imprese precedenti è che le imprese della new economynon avviarono una diversificazione indiscriminata in tecnologie e mercati diversi, ma crebbero attraverso il miglioramento e l’espansione in settori sempre più specializzati.
dal punto di vista dell’apprendimento, la zona della silicon valley negli anni 80-90 è stata paragonata ai distretti industiali britannici del xix sec.: le idee innovative e l’apprendimento delle conoscenze erano condivise da un numeroso gruppo di ingegneri e informatici delle principali aziende che operavano sul territorio, come se la conoscenza si potesse “respirare nell’aria”.
al crollo del settore ict nel 2001-2002, il modello della new economy ha mostrato le sue debolezze: quando le quotazioni delle azioni delle società aumentavano i managers continuavano ad investire risorse per mantenerle artificialmente alte, danneggiando la capacità innovativa dell’impresa, ed avere un più alto profitto; quando i prezzi delle azioni cominciarono a crollare, gli stessi incassavano velocemente vendendo azioni, soprattutto se le imprese erano in perdita e faticavano a sopravvivere. l’uso delle azioni come forma di remunerazione ed incentivo e risorsa per le acquisizioni ha influenzato il ruolo della borsa come fonte di liquidità.
Continua a leggere:
- Successivo: modello a catena di kline e rosenberg
- Precedente: l’impresa giapponese degli anni 70 e 80
Dettagli appunto:
-
Autore:
Maria Caldiero
[Visita la sua tesi: "Il cosiddetto ''obbligo di repechage'' nei licenziamenti individuali per ragioni economico-produttive"]
- Università: Università degli Studi di Siena
- Facoltà: Economia
- Esame: Politica Economica dell'innovazione
- Docente: Maria Alessandra Rossi
Altri appunti correlati:
- Economia dell'innovazione
- Teorie e modelli dei processi formativi
- Organizzazione aziendale
- Gestione della qualità
- Gestione della tecnologia, dell'innovazione e delle Operations
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- I rapporti tra disciplina antitrust e tutela della proprietà intellettuale: il caso Pfizer
- La tutela della proprietà intellettuale come incentivo all'innovazione
- Spin off e trasferimento tecnologico: l'università si fa impresa.
- Il valore strategico dei processi di innovazione aperta per le PMI italiane. La valutazione delle performance nel settore dell’arredamento
- Finanziare l'imprenditorialità in Europa: il Venture capital come motore di crescita ed innovazione
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.