storia del brevetto
tra la fine del xviii sec. e la fine del xix sec. ci fu la diffusione del sistema di brevetti in tutte le economie industriali e in via di industrializzazione: tale periodo è noto come “epoca del brevetto multinazionale”. durante questo periodo, in molti paesi (svizzera, regno unito) nacquero organizzazioni anti-brevetto per il libero commercio, che ritenevano che i brevetti fossero legati alle lobby e ai privilegi di pochi, ma la depressione mondiale del 1870 diede nuova spinta alle politiche protezionistiche e costrinse le organizzazioni a cambiare idea. la convenzione di parigi del 1883 sancì 3 principi fondamentali per le leggi sui brevetti:
1. principio di non discriminazione: gli inventori esteri devono ricevere in ciascuno stato il medesimo trattamento degli inventori nazionali;
2. principio di priorità: chiunque deposita regolarmente in uno dei paesi dell’unione una domanda di brevetto gode di un diritto di priorità per eseguire un deposito negli altri paesi (12 mesi);
3. indipendenza dei brevetti: brevetti chiesti in diversi paesi per la stessa invenzione sono indipendenti tra loro per quanto riguarda le cause di nullità, decadenza e durata.
Verso la fine del xx sec. cominciò una nuova epoca, quella “pro-brevetto”, che partì dagli usa per poi diffondersi nel resto del mondo; questa fu caratterizzata da regole più rigide e da maggiore coordinazione e armonizzazione internazionale.
negli stati uniti 4 furono le cause che portarono a ciò:
1. nel 1982 venne istituita la cafc, che trattava solamente le cause che riguardavano i brevetti; essa cominciò a seguire una politica pro-brevetto, al contrario delle corti americane che fino ad allora si erano trovate di fronte casi del genere: la validità del brevetto era più semplice da ottenere e le sanzioni monetarie per chi avesse violato il brevetto vennero aumentate come deterrente alla contraffazione;
2. negli anni 80, le politiche della sezione antitrust del dipartimento di giustizia, influenzate da una ideologia economica diversa spostarono la loro attenzione dai costi dei brevetti ai benefici dinamici degli stessi e al loro ruolo di promozione dell’innovazione;
3. nei settori in cui le imprese americane primeggiavano (spettacolo, farmaceutica ed elettronica) vi fu una spinta significativa ad un’applicazione più rigida delle sanzioni anticontraffazione e ad una tutela maggiore della proprietà intellettuale, sia in patria che all’estero;
4. poiché il declino della competitività delle imprese usa era ritenuto causato dalle economie asiatiche, che utilizzavano senza costi la tecnologia statunitense per poi invaderne il mercato, venne svolta un’azione legislativa per rafforzare gli iprs e per dare incentivi in r&s; inoltre, la legge bayh-dole semplificò le procedure con cui le università potevano brevettare e concedere licenze per le invenzioni a cui si era giunti grazie agli incentivi governativi.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Maria Caldiero
[Visita la sua tesi: "Il cosiddetto ''obbligo di repechage'' nei licenziamenti individuali per ragioni economico-produttive"]
- Università: Università degli Studi di Siena
- Facoltà: Economia
- Esame: Politica Economica dell'innovazione
- Docente: Maria Alessandra Rossi
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