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TIPI ESSENZIALI DI PROFEZIA

TIPI ESSENZIALI DI PROFEZIA


Non tutte le religioni contribuiscono però allo stesso modo al processo di riduzione della magia e del dualismo etico. Ciò si può comprendere se si tiene conto che esistono 2 tipi essenziali di profezia:
a) esemplare: ove il profeta non si presenta come mediatore di Dio, ma indica con l'esempio la via della salvezza e non pretende obbedienza dalle masse.
Per esempio in India e in Cina, la profezia etica non si è sviluppata, e quindi si è poco contribuito al processo di demagizzazione e al superamento del dualismo etico. Infatti:
-in India: secondo la dottrina della reincarnazione, solo il rispetto degli obblighi di casta, che scoraggiano qualsiasi innovazione, permette di reincarnarsi in una posizione migliore.
Tipico è il caso di Buddha, che indica con il suo esempio che chi vuole salvarsi deve uscire dalla vita mondana e dedicarsi alla vita contemplativa. Ma ciò è il frutto di una libera scelta. Ne discende che solo nuclei limitati di intellettuali religiosamente qualificati seguono la strada indicata facendosi monaci ed eremiti, mentre le masse rimangono in preda alla magia e al tradizionalismo.
-Cina: qui il confucianesimo con un insieme di precetti che vogliono il rispetto della tradizione e delle credenze magiche, ha effetti scoraggianti sulla razionalizzazione del comportamento economico.
b) etica: tipica dell'ebraismo e del cristianesimo, nella quale il profeta si presenta come mandato da Dio a predicare dei comandamenti per i quali richiede a tutti (intellettuali e masse) obbedienza come un dovere morale. Solo seguendo l'etica prescritta si può accedere alla salvezza nell'aldilà (Israele).
È in Israele, invece, che si afferma la profezia etica: i profeti richiedono obbedienza in nome di un Dio trascendente e interpretano fortune e sventure del popolo in relazione alla fedeltà a una divinità che è però ancora presentata come il Dio d'Israele. Ciò porta al superamento della magia, ma non a quello del dualismo etico: anche dopo la diaspora, infatti, gli Ebrei, per il fatto di essere considerati un popolo al di fuori della comunità politica, pratica sì attività economiche, ma sempre su basi rigidamente tradizionalistiche (attività commerciali e finanziarie nei riguardi degli estranei, che escludono il formarsi di quello spirito del capitalismo eticamente vincolato che è alla base del capitalismo moderno).
Con il Cristianesimo, tutti gli uomini diventano fratelli in quanto figli di Dio, ed in tal modo vengono rotti i confini ristretti dell'identità religiosa ebraica e poste le basi di una prospettiva etica universalistica.
La religione cristiana, per Weber, porta l'individuo ad avere un rapporto con Dio non più collettivo ma personale ed individuale, con una rottura sempre più marcata dei rapporti di solidarietà interni alla propria comunità.
Tuttavia, sia la riduzione della magia che quella del dualismo etico trovano ancora dei limiti nell'esperienza della chiesa cattolica, perché essa: a) attraverso i sacramenti (con la confessione e la comunione, si può riacquistare lo stato di grazia perduto con i peccati), continua a creare nell'immaginario dei fedeli una sorta di atmosfera magica che attenua la responsabilità individuale e la razionalizzazione della condotta; b) mantiene una differenziazione tra etica dei virtuosi (es. i monaci) e etica delle masse, che comporta una forma, seppure attenuata, di dualismo etico.

Tratto da SOCIOLOGIA ECONOMICA di Antonio Amato
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