CRITERI PER DISTINGUERE I SISTEMI INTERNAZIONALI (multipolarismo, bipolarismo, unipolarismo)
Sono criteri di passaggio da una configurazione di potere ad un’altra.
1) Definizione amico/nemico: momento fondamentale dell’agire politico, che si nutre di polarizzazione e inimicizie. Prima viene sempre la definizione del nemico, è dopo che si scelgono gli amici, è sulla base di nemici comuni che si scelgono gli amici.
☻ Multipolarismo -> scelta del nemico è una scelta indeterminata, senza obblighi. Esempio GB fine ‘800 quando giocava su piani diversi con diversi nemici potenziali (Germania per mantenere l’Europa chiusa, Russia per mantenere l’impero, Francia per aggiudicarsi l’Africa) e quando sceglie la Germania come nemico le altre due diventano amiche. Se la GB non avesse scelto il suo nemico nemmeno le altre lo avrebbero fatto e qui sta l’indeterminatezza. Questa indeterminatezza può essere vista come un incentivo alla prudenza, ma per Waltz questa indeterminatezza crea incertezza e induce a facili errori; essa sarebbe risolvibile col bipolarismo.
☻ Bipolarismo -> qui l’indeterminatezza è ridotta a un livello minimo perché la domanda su quale nemico concentrare le proprie forze è risolta una volta per tutte essendo il nemico uno solo. Usa e Urss hanno tanti problemi, ma non quello di individuare il nemico, esse sono in grado di distruggersi e dunque destinate ad una relazione competitiva. Guerra fredda per Waltz: inevitabile esito del bipolarismo.
☻ Unipolarismo -> è l’opposto del bipolarismo da questo punto di vista. È l’esasperazione del multipolarismo, il regno dell’indeterminatezza. Non si è in grado di individuare grandi potenze. È il peggiore dei sistemi internazionali possibili perché è troppo indeterminato, non c’è continuità perché ci sono troppo poche costrizioni. Il sistema più forte non sa individuare il suo nemico. Vi è una complicazione assoluta con nel quale la domanda fondamentale è” cosa fare”. Waltz dice che è il peggiore dei sistemi sia per chi deve sopportare per chi detta legge. In un sistema così indeterminato gli Usa ha un atteggiamento capriccioso poiché l’indeterminatezza spiega la ricerca continua e fallimentare di una formula di semplificazione che possa sostituire la chiarezza ideologica del bipolarismo, di trovare qualcosa che sostituisca il bipolarismo, questo è il nocciolo della guerra globale contro il terrore; avrebbe dovuto dare una risposta alla domanda fondamentale “contro chi lottiamo?”. -> Waltz profeta: a causa dell’assenza di struttura le azioni saranno più dettate a correggere gli errori = ricerca continua della semplificazione e di chiavi di lettura che funzionino (es. guerra vs terrore) . Gli egemonizzati che decidono di allearsi all’egemone ci smenano in libertà, ma ci guadagnano nel beneficiare dell’ordine del più forte.
2) Criterio della guerra: la guerra come elemento di continuità ineliminabile, connota il sistema internazionale presentandosi in modi differenti a seconda del sistema:
☻ Multipolarismo -> la guerra tra grandi potenze non coinvolge necessariamente l’intera posta in gioco. Le guerre sono limitate: la guerra è più probabile ma meno intensa.
☻ Bipolarismo -> lo spazio per guerre limitate si chiude; qualunque conflitto ha il rischio ineluttabile di diventare guerra totale, uno scontro limitato non può rimanere tale, escalation, tendenza all’espansione geografica e all’escalation di pericolosità. La crisi può diventare l’innesco di una guerra mondiale. Questo carattere di non limitabilità della guerra tra due superpotenze ha una serie di conseguenze: ♠ in un sistema bipolare le uniche guerre comunemente combattibili sono le guerre che non coinvolgono le superpotenze, la guerra diventa un fatto periferico; ♠ anche quando capita che una delle superpotenze si ritrovi in un conflitto armato (Vietnam per Usa, Afganistan per Urss) nasce una sorta di ritualizzazione per la quale si evita lo scontro diretto dunque l’altra superpotenza se deve agire lo fa in via indiretta (strategia indiretta) , non intervengo direttamente ma sostengo il nemico del mio nemico (aiuti militari, diplomatici, di risorse ecc) , ♠ ricaduta pacifica di questa dinamica: in un contesto bipolare dove esiste il timore (certezza) dell’escalation di qualunque conflitto limitato in un conflitto mondiale nasce e si consolida col tempo la tendenza evitare tutti quei conflitti nei quali l’intervento delle due superpotenze sarebbe inevitabile.
☻ Unipolarismo -> la condizione unipolare è più vicina a quella multipolare in quanto in essa la guerra limitata torna ad essere possibile ed (inoltre) poco costosa. Il paese più forte incontra pochissimi ostacoli ed inibizioni all’uso della forza (al contrario del bipolarismo) . L’uso della forza diventa molto più praticabile.
3) Criterio, la soglia di accesso al gioco principale: ovvero, come si può diventare grandi potenze?
☻ Multipolarismo -> la soglia è ben definita; è più facile misurare le risorse di potere e le forme di riconoscimento collettivo (effettività e status; il rango diplomatico a livello internazionale, il ruolo nelle conferenze…) . La soglia è facilmente individuabile e può essere raggiunta e superata; inoltre il candidato può mettere una potenza contro l’altra.
☻ Bipolarismo -> la soglia si innalza bruscamente, si è in presenza di superpotenze e quindi ci vogliono enormi risorse. Le superpotenze vogliono conservare l’oligopolio e difendere la soglia che hanno creato, non ammettono l’entrata in gioco di un terzo soggetto. Le due superpotenze sono d’accordo nel rifiutare il terzo soggetto perché esso sarebbe destabilizzante in quanto porterebbe ad uno scontro 2 contro 1.
☻ Unipolarismo -> In un sistema unipolare la soglia di accesso è altissima (in questo momento nessuno può sognarsi di raggiungerla) ; chi supera la soglia diventa il guardiano di essa: gli Usa sono impegnati a difendere la soglia. Consolidatasi l’impossibilità di arrivare alla soglia e superarla (causa presenza del custode) si sono moltiplicati i modi operati di sfidare l’attore più forte; livelli di lotta più bassi (terrorismo suicida), portare il conflitto su un terreno in cui le differenze di potere non contano più. Metodi detti equalizzatori strategici: trovare nuove armi, nuovi metodi, colpire gli alleati. Colpire gli alleati e convincerli che non gli conviene essere alleati degli Usa, far venir meno la credibilità dell’egemone, distruggerne il sistema di alleanze. Gli Usa possono: declinare il ruolo, collassare, riconoscere Cina.
4) Criterio, continuità/discontinuità delle alleanze: quando ci si allea si guadagna in sicurezza, ma si perde in libertà, bisogna essere pronti a sostenere l’alleato quando lo chiede, è il prezzo della fedeltà. Un’alleanza è una promessa di mutua assistenza militare. L’alleanza ha un carattere esclusivo, finchè rimane alleanza è un gruppo limitato di soggetti, qualcuno sempre sta fuori dall’alleanza e normalmente c’è qualcuno contro cui l’alleanza è rivolta, le alleanze non stanno in piedi se non trovano un nemico.
Ci sono diversi modi di considerare le alleanze:
NUMERO E TAVOLI
☻ Multipolarismo -> è uguale al numero di combinazioni tra gli attori.
☻ Bipolarismo -> c’è un forte incentivo strutturale alla creazione di due sole grandi alleanze strette attorno ai due blocchi leader. Il numero delle alleanze si riduce.
☻ Unipolarismo -> tentazione di aggregarsi al carro del leader, coalizioni gigantesche, tendenza a costruire una grande alleanza internazionale. In un unico grande blocco del genere, con tale eccesso di inclusione, si creano delle sottodinamiche.
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Dettagli appunto:
- Autore: Alice Lavinia Oppizzi
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Scienze Politiche
- Corso: Scienze Internazionali e Diplomatiche
- Esame: Relazioni Internazionali
- Docente: Prof. Colombo
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