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PRIMO CRITERIO: IL POTERE


Da come è distribuito il potere dipendono molte cose, categoria fondamentale.
♦ Il potere è così importante perché… esso spiega nell’anarchia internazionale vi è sempre una forma d’ordine, l’anarchia è sempre diversa dallo stato di natura descritto da Hobbes.
♦ INEGUAGLIANZA -> l’ineguaglianza è fonte di ordine internazionale -> in ogni contesto ci sono attori che contano di  più e altri che contano di meno; analogia con lo stato di natura di Hobbes in cui non solo manca il Leviatano che governi, ma vi è anche uno stato di eguaglianza in cui due si possono uccidere;
dove non c’è eguaglianza c’è un primo elemento di ordine.
- In una situazione di eguaglianza il più debole attraverso l’inganno può uccidere il più forte -> vulnerabilità. Se c’è disparità può succedere un piccolo episodio di guerra tra una forte e una debole ma non che Al Qaeda batta USA;  -> la diseguaglianza confina la vulnerabilità. Una grande potenza è vulnerabile solo da altre grandi potenze.
- La diseguaglianza diminuisce l’indeterminatezza, risparmio cognitivo. Nello stato di natura tutti sono sull’attenti su tutti, la diseguaglianza fa sì che le grandi potenze debbano badare solo le une alle altre.
- I vincoli imposti dai paesi più forti ai paesi piccoli sono come quelli imposti all’interno di un regime nazionale, la paura della sanzione è credibile e determina che il più piccolo non sgarri, al calare della credibilità si aprono opportunità che possono ribaltare la situazione.
- Se la diseguaglianza nella vita internazionale è fonte di ordine, l’ordine è necessariamente buono. In ogni caso non ci può stupire che uno degli incubi della riflessione internazionalistica degli ultimi 50 anni è l’eccesso di eguaglianza; cosa produrrebbe una diffusione dell’uguaglianza dell’ordine internazionale -> stato di natura di Hobbes dove chiunque è in grado di uccidere chiunque altro.

♦ Il potere è così importante perché… le differenze nella distribuzione di potere spiegano perché i contesti internazionali sono così diversi tra loro.   
♦ Le forme di ordine continuano a cambiare nel tempo -> le differenze nella distribuzione del potere spiegano le differenze nei contesti internazionali.
Possiamo definire tre tipi di pace/di ordine riflesso della distribuzione del potere che danno vita a tre tipi di contesto internazionale:
1)  Ordine Imperiale -> esiste un soggetto nettamente più forte di tutti gli altri, diseguaglianza del potere massima; il sistema internazionale assume una forma gerarchica: il soggetto più forte sfrutta il suo strapotere per sopprimere la sovranità altrui.
2)  Ordine Egemonico -> l’ordine somiglia all’impero per la distribuzione del potere ineguale; c’è un soggetto più forte che domina tutti gli altri; MA lo strapotere NON viene usato per cancellare la sovranità degli altri, rispetto almeno formale della sovranità altrui. C’è una struttura gerarchica ma informale, non sopprimo gli altri, li domino, li guido, ma non arrivo al punto di cancellare la loro sovranità. Il paese dominante comanda la politica estera dei paesi egemonizzati lasciando la politica interna pressoché libera.
3)  Ordine/Pace Di Equilibrio -> ordine sociale prodotto da una distribuzione del potere non gerarchica, non c’è un soggetto più forte che detta comandi agli altri o li sopprime, al contrario esiste un equilibrio di potere tra i principali attori. L’ordine è un sottoprodotto dell’incapacità di dominare gli altri.

Le ultime due sono un po’ più importanti in quanto la forma imperiale è una forma che oggi è sostanzialmente scomparsa. Oggi la scena è anarchica quindi il sistema imperiale è impossibile.

L’egemonia ci dà una forma di rapporto tra distribuzione del potere e dell’ ordine gerarchico, somigliante alla forma di rapporto nella politica interna con attore che domina e detta una serie di vincoli agli altri. L’egemonia può essere regionale o globale, è più frequente quella regionale è più facile che si sviluppi per esempio l’egemonia regionale degli stati uniti all’interno del continente americano  -> imposizione di vincoli ma senza togliere la sovranità degli altri stati,  controllo delle relazioni di politica estera e non (solitamente)  di quella interna.  Un altro caso molto più complesso di egemonia regionale è quello esercitato dall’Urss sui paesi satellite nella seconda metà del ‘900, la sovranità era un limitata.
Le egemonie globali sono paesi egemoni che hanno i domini dei mari con posizione incontrastata non solo centrale dal punto di vista dei commerci ma anche di “proiezione di potenza” dei mari. Esempi: Portogallo nel ‘700 e Olanda. Più recenti: Gran Bretagna prima e Usa poi.
Così come per il mare si parla di spazi comuni (aria mare e spazio) , dominare lo spazio comune significa avere la possibilità di muoversi liberamente e la possibilità di vietare l’uso di questo spazio agli altri, questo è il dominio.
L’egemone detta l’ordine e la pace, non detta una pace o ordine qualsiasi ma il suo, detta un contenuto specifico di ordine internazionale  (esempio Usa attuali che escono da potenza egemone incontrastata  da scontro Urss e dichiarano la nascita di un nuovo ordine internazionale  -> impone come modello politico la democrazia liberale, il mercato sul piano economico..).
L’egemone guida gli egemonizzati, guida la comunità internazionale  -> non solo nel periodo di guerra, ma organizza anche la pace dal punto di vista diplomatico: rapporto simbiotico tra ordine ed egemonia, più c’è egemonia più c’è ordine e viceversa.
L’equilibrio: è la modalità opposta all’egemonia; condizione in cui non esiste il predominio di un solo attore, ma è l’uguaglianza tra un piccolo gruppo di grandi potenze che non sono paritarie tra loro. Nessuna di esse però è in grado da sola di distruggere le altre. Vi è una continua formazione di coalizioni anti-egemoniche. C’è un forte incentivo a buttarsi sullo stesso piatto della bilancia per riportare l’equilibrio.
La crisi sopraggiunge quando un attore ha un peso eccessivo rispetto agli altri, l’ordine internazionale si incrina.
Attenzione a non confondere l’equilibrio con l’eguaglianza! Esso presuppone al contrario la disuguaglianza, l’uguaglianza è tra poche grandi potenze, non tra tutti.
Nell’equilibrio solo in certe circostanze l’ordine internazionale  corrisponde alla difesa dello status quo; in certe altre circostanze esso deriva dal declino dello status quo.
L’equilibrio cambia a seconda del numero di potenze che si equilibrano tra loro: tra due (bipolarismo più rigido, ma più ordinato) , tra molte (multipolarismo, più comunicazione e flessibilità, ma più bordel aussi).
Rapporto tra Equilibrio e Egemonia
- Possono essere due modi diversi di interpretare la politica internazionale:
Waltz: l’ordine è il prodotto involontario di più equilibri
Gilpin: l’ordine è il prodotto intenzionale dell’egemonia: una che declina e l’altra che ascende.
Teoria dei sistemi politici internazionali basata sul concetto di sistema politico internazionale.
- Possono essere due modi diversi di interpretare la storia delle relazioni internazionali:
Vista come una successione di equilibri sfidati senza successo da poteri egemonici.
Vista come una successione di egemonie marittime (Gilpin) .
Vista come una compresenza continua di egemonie marittime ed equilibri continentali.
- Possono essere due “ricette” alternative per il giusto ordine internazionale:
Ordine pluralistico europeo.
Egemonia benigna Usa, ordine egemonico democratico.

Cosa cambia nella politica internazionale quando si passa da una configurazione del potere ad un’altra?
1) A carattere teorico:  teoria dei sistemi politici internazionali basata sul concetto di sistema politico internazionale. Tale concetto caratterizza il passaggio da realismo a neorealismo.
2) A carattere storico: diffusione a partire dagli anni ’50 di strette interdipendenze;
3) A carattere storico (2) : gli equilibri cambiano, mutamenti strutturali. La teoria dei sistemi di Waltz mira a spiegare –non solo descrivere- i mutamenti in atto. Per fare ciò è necessario in un certo senso allontanarsi dalla realtà e limitarsi a ritenere il necessario, usare parsimonia, ridurre variabili e criteri fondamentali. Trascuro ad esempio gli elementi interni degli attori internazionali e li tratto allo stesso modo; VS teorie riduzionisti che che pretendono di spiegare tutto a partire dai singoli attori. ◦ Parsimonia; ◦ Rimozione aspetti interni◦ Concentrarsi sul sistema nel complesso, come un campo di forze, dei campi di gioco da distinguere attraverso la distribuzione del potere. ◦ Miliardi di cose possono cambiare, ma ci si deve concentrare solo sulla distribuzione del potere, non per dare una buona descrizione, bensì per spiegare il contesto internazionale. Si può in questo modo interpretare l’evoluzione delle relazioni internazionali come un passaggio da multipolarismo a bipolarismo post seconda guerra mondiale a unipolarismo attuale. La condizione normale, cioè la più ripetuta è stata il multipolarismo. L’unipolarismo, sorto negli anni ’90 dalla fine dello scontro bipolare è un’eccezione.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Alice Lavinia Oppizzi
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