Gli ionici e il termine "filosofia"
Perché la storia della filosofia inizia con la presentazione del pensiero degli Ionici? Qual è la discriminante che rende le loro opinioni più degne dal punto di vista filosofico rispetto a quelle relative al cosmo presenti in Omero ed Esiodo, o rispetto ai tanti racconti mitici che circolano nell’VIII secolo a.C.?
Una prima risposta al problema è che nelle opinioni dei filosofi ionici si verifica un passaggio dal mythos al logos. In Omero e in Esiodo le teorie riguardo alla cosmogonia sono infarcite di riferimenti mitologici, mentre le teorie degli ionici sono molto più razionali. Ma questa risposta non è del tutto vera: riferimenti mitici sono presenti anche nelle teorie degli ionici.
Ciò che rende più significativo dal punto di vista filosofico il contributo degli ionici è probabilmente il tentativo di fornire delle spiegazioni che avessero un valore universale (secondo il principio della generalizzazione): ad esempio, a Talete vengono attribuiti diversi teoremi di geometria la cui valenza è universale, il che significa che tali teoremi non valgono in una sola situazione particolare, ma valgono a prescindere da essa (il teorema derivato dall’osservazione del triangolo non vale solo per quel triangolo, ma per tutti i triangoli).
La geometria orientale tendeva a risolvere i problemi in maniera localizzata: le caratteristiche riscontrate in un triangolo particolare riguardano solo quel triangolo e nessun’altro.
La geometria greca comincia a risolvere i problemi procedendo per generalizzazione e realizzando teoremi come il famoso “teorema di Pitagora” valido per qualsiasi triangolo rettangolo preso in considerazione.
È tipico nel pensiero ionico il ricorso mentale allo strumento dell’analogia. La testimonianza n°14 riguardo Talete di Mileto del testo di Diels “Frammenti dei presocratici”, che riporta una citazione di Aristotele, mostra esplicitamente il ricorso all’analogia: secondo Talete, come un legno gettato in acqua resta stabile a galla, così la terra è stabile in quanto poggia sull’acqua.
Altro elemento interessante riguardante la prima riflessione greca è che nessuno parla di “filosofia”. L’utilizzo di tale termine secondo alcuni si riscontra per la prima volta in Pitagora o in Eraclito, ma la sua collocazione è piuttosto problematica. Forse è più probabile che il termine risalga a Socrate o Platone. Aristotele attribuisce agli Ionici l’appellativo di “fisiologi” o “fisici”, ma non di “filosofi”.
I fisici sono coloro che si occupano della physis.
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Storia della filosofia antica
- Docente: Franco Ferrari
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