L’evoluzione delle disparità regionali
L'adesione dei nuovi paesi introduce nell'UE una complessa tipologia di problemi regionali. Per il Paesi candidati le difficoltà economiche si traducono nei lunghi processi di ristrutturazione industriale,di modernizzazione agricole e dello sviluppo dei servizi.
I redditi pro capite sono al di sotto delle medie europee, l'occupazione nel settore agricolo è elevata e le prospettive dei commerci coi Paesi d'Europa sono ancora lontane.
Per l'UE invece i problemi sono l'insufficiente coesione economica e sociale tra le regioni e le disparità reddituali e occupazionali.
Prima dell'allargamento, l'Ue si presentava come un'area caratterizzata da 3 dimensioni: una sfera nazionale omogenee -regioni ricche – regioni arretrate.
L'adesione dei nuovi Paesi aggiunge una quarta dimensione: regioni con livello di reddito pro capite decisamente inferiori rispetto alla media europea, ma che presentano delle potenzialità di crescita e attrattività di costi per le delocalizzazioni industriali.
- APPROCCIO NEOCLASSICO: il fattore capitale, inferiore nei paesi o regioni povere, ha una produttività più alta rispetto alle aree ricche. Viceversa la maggiore disponibilità nelle regioni povere della forza lavoro rende il fattore meno produttivo,
In condizioni di mercato aperto, senza costi di trasporto, i flussi di capitale verso le aree
povere è l'emigrazione di forza lavoro verso le aree ricche possono accelerare la crescita e
ridurre i ritardi;
- NUOVA TEORIA DELLA CRESCITA ENGOGENA:Le regioni forti possono crescere perchè maggiormente dotati di capitale umano, innovazione tecnologica, conoscenza, mentre le regioni povere, prive di questi fattori ad altra produttività, possono incorrere nei circoli viziosi che rallentano la crescita.
- NUOVA GEOGRAFIA ECONOMICA: la divergenza regionale è influenzata dal diverso accesso ai mercati e dal gradi di liberalizzazione commerciale. Le imprese preferiscono produrre nelle regioni del centro in ragione dei minori costi di approvvigionamento degli INPUT e della presenza di un'elevata e concentrata domanda di beni e servizi. L'eliminazione delle barriere commerciali può rendere conveniente per le imprese del centro produrre e servire per le periferie in regione delle migliori opportunità di produzione. Ma le attuali differenze culturali e linguistiche producono un modesto grado di liberalizzazione poiché tali ostacoli possono generare divergenze tra le regioni europee.
Si può affermare che l’evoluzione degli squilibri è caratterizzata da un binomio di processi:
• Convergenza a livello nazionale;
• Divergenza a livello regionale.
Continua a leggere:
- Successivo: Le politiche europee di coesione
- Precedente: I modelli di transizione
Dettagli appunto:
-
Autore:
Alessandro Remigio
[Visita la sua tesi: "L'offerta fuori sede di strumenti finanziari"]
[Visita la sua tesi: "Valore delle merci e diritti di licenza"]
- Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
- Facoltà: Economia
- Docente: Prof. Giuseppe Mauro
Altri appunti correlati:
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Il futuro dei principi contabili per le PMI e gli effetti per la revisione contabile
- Sublimazione, Arte e Psicoanalisi: revisione della letteratura e implicazioni terapeutiche.
- L'esorbitante privilegio del dollaro e il suo ruolo nell'egemonia statunitense
- Quanto ne sanno le mamme delle relazioni tra salute orale e benessere del neonato? Una revisione sistematica della letteratura.
- The Internationalization of a Small Firm - The Mechbadger Case
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.