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Lo spazio del commercio mondiale


Un tratto distintivo dell'evoluzione economica dal dopoguerra a oggi è costituito dalla rapida espansione del commercio: tra il 1948 e il 1953 e crescita media annua è stata del 6,7%, per poi salire al 7,4 tra il 1958 e il 1963 e toccare picchi dell'8,6% tra il 1963 e il 1968. Si tratta di tassi senza precedenti, ma, ancora più importante, il commercio è cresciuto a un tasso superiore della produzione. Oltre a una intensificazione dei flussi commerciali, dal dopoguerra a oggi si è assistito a una radicale mutamento nella composizione delle esportazioni. Nel 1950 il 47% del valore delle esportazioni era costituito da prodotti agricoli, mentre oggi la quota è scesa all'8,5% . si tratta di variazioni occorrenti con la dovuta importanza dell'agricoltura nella composizione della produzione; al contrario la quota di prodotti manifatturieri sul totale delle esportazioni è passata dal 38% del 1950  al 66,5% nel 2008. In molti casi si tratta di componenti e prodotti intermedi scambiati conseguentemente alla scomposizione verticale dei cicli produttivi.   se si considerano infine le esportazioni di servizi, queste sono cresciute in valore dal 1980 a oggi a una velocità doppia rispetto ai prodotti manifatturieri. nelle 2008, i servizi commerciali esportati hanno raggiunto il valore di 3.780  miliardi di dollari, contro i 16.127 miliardi relativi alle merci.  da un punto di vista merceologico il settore dei servizi comprende viaggi, trasporti logistica, servizi finanziari eccetera.
Le ragioni della formidabile crescita di importanza del commercio sono generalmente riconducibili a tre ordini di spiegazioni, relative alle innovazioni tecnologiche, alla divisione internazionale del lavoro e alla progressiva liberalizzazione commercio (abbattimento di dazi, tasse e altre misure protezionistiche) .
a partire dal secondo dopoguerra si è assistito a una progressiva liberalizzazione commerciale. questa, tuttavia, si è manifestata in due forme differenti e per alcuni versi contrapposta: il MULTILATERALISMO e il REGIONALISMO.

MULTILATERALISMO = si riferisce al liberismo commerciale in senso stretto, ossia all'abbattimento a livello globale delle barriere al trasferimento di beni e servizi, indirizzo divenuto evidente a partire dall'istituzionalizzazione degli accordi del GATT nel 1948,  da cui nascerà più tardi l'organizzazione mondiale per il commercio. La funzione di liberalismo commerciale portata avanti dalla WTO prende forma essenzialmente attraverso due tipologie di attività: la costruzione di un forum negoziale per la discussione sulla normativa del commercio internazionale e la governance dei meccanismi per la risoluzione delle dispute internazionali.

REGIONALISMO = si riferisce invece al caso in cui due o più paesi si associano allo scopo di abbattere o ridurre le barriere al commercio esistenti tra di loro per facilitare i scambi economici, escludendo però i paesi esterni all'accordo da queste facilitazioni. Dal 1947 a oggi si sono formati centinaia di accordi regionali per il commercio, tra i quali spiccano il NAFTA (Canada, Usa, Messico), l’ASEAN (Sud Est asiatico) e il MERCOSUR (America del Sud). Nel caso dei emergenti, nacquero per esempio in America Latina l'area di libero scambio latino-americana  , il mercato comune centramericano e il patto andino,  mentre nel medio oriente sorse il mercato comune arabo. In Africa furono fondate l'unione doganale ed economica dell'Africa centrale e l'unione doganale del Sudafrica. L’Asia, fino agli anni 80,  rimaste in parte esclusa dal fenomeno delle regionalismo, in quanto i paesi adottarono principalmente strategie di chiusura verso l'interno (Cina e India).
Il regionalismo tra i paesi del sud globale non diede in risultati sperati. Una prima ragione fu certamente la mancanza di un comportamento coeso e unitario: mentre i vari paesi sceglievano una posizione strategica comune, contemporaneamente molti la tradivano per mantenere i propri mercati di sbocco nei paesi industrializzati. Ma un'altra ragione molto importante che i paesi del sud erano spesso specializzati nella produzione degli stessi beni, ed era quindi praticamente impossibile incrementare il volume degli scambi interni al gruppo regionale.  Una seconda fase qualitativa diversa di regionalismo ha associato la diffusione di raggruppamenti orizzontali ed altri di tipo verticale (o Nord- Sud), ossia ad accordi coinvolgenti si è ripresa del centro sia quelli della periferia. i principali attori di questa nuova integrazione regionale furono gli USA  con la nascita dell'area di libero scambio USA Israele e successivamente dell'associazione di libero scambio del Nord America (NAFTA).
Allo scopo di fornire un quadro sintetico del fenomeno delle regionalismo commerciale, si riportano i principali accordi regionali oggi in vigore, introducendo una distinzione tra quattro tipologie degli accordi:

- AREA DI LIBERO SCAMBIO : contraddistinte dall'abbattimento delle barriere doganali fra i paesi membri;
- UNIONI DOGANALI: in cui oltre alla formazione di un'area di libero scambio, viene definita una politica commerciale comune nei confronti dei paesi esterni;
- MERCATI COMUNI: in cui oltre alle caratteristiche delle tipologie precedenti, viene consentita la libera circolazione dei fattori produttivi;
- UNIONI ECONOMICHE: caratterizzate dall'abbattimento delle barriere commerciali, dalla definizione di una politica commerciale comune, dalla libera circolazione dei fattori produttivi e dalla armonizzazione di più ampie politiche economiche: l'unione europea rappresenta di certo l’esempio più esemplificativo.
È difficile stabilire se la progressiva formazione di blocchi regionali stia accelerando il cammino verso la liberalizzazione dei commerci auspicato dalla WTO o se, invece, aumenti la polarizzazione , creando pochi gruppi in competizione tra loro. Un semplice metodo per ottenere alcune indicazioni rispetto questo interrogativo consiste nell’osservare se al quota del commercio infraregionale sia aumentata o diminuita. Tab. 6.3
In generale, in tutti i blocchi considerati, la quota di commercio interno è aumentata sensibilmente fino al 2000, con le sole eccezioni di U.E. e ASEAN, in cui i valori (già molto elevati nel caso europeo) sono rimasti pressochè costati

Tratto da PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO di Alessandro Remigio
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