La geografia degli investimenti diretti esteri (IDE)
Gli investimenti diretti esteri provengono principalmente dai paesi del Nord del mondo. Storicamente, il panorama degli IDE è stato dominato dalle multinazionali statunitensi, britanniche e francesi: nonostante la crescita degli investimenti diretti provenienti da questi paesi, altre nazioni si sono affacciate sul panorama mondiale. i principali protagonisti di questa seconda ondata di IDE sono stati Germania e Giappone. la progressiva perdita di importanza relativa agli Stati uniti è stata accompagnata da un crescente ruolo dell'area europea: nell'ambito dei paesi ricchi, la principale area per investimenti in uscita è oggi costituita dal vecchio continente, con un volume di 940 miliardi di dollari nelle 2008 a fronte 390 miliardi del Nord America e dei 173 miliardi provenienti complessivamente dal resto delle economie del Nord del mondo. Se lo squilibrio fra paesi del Nord e del sud globale è evidente, seppur in progressiva riduzione, spostando l'attenzione sugli investimenti in entrata emerge una struttura geografica più complessa. Nella classifica dei maggiori paesi destinatari, infatti, figurano sia paesi del Nord del mondo, sia realtà geografiche tradizionalmente non associate all'idea di paesi sviluppati, come Cina, India, Brasile, Arabia Saudita, Russia.
Il quadro teorico sin qui tratteggiato si riferisce al complesso legame fra il movimento geografico dei capitali e la costruzione stessa dello spazio in cui viviamo. Riprendendo il linguaggio di Dunning, esso può essere trasposto in una prospettiva di osservazione esplicitamente geografica considerando come investimenti dettati da logiche orizzontali e verticali corrispondano implicitamente reti orizzontali e verticali. Le prime si riferiscono a relazioni simmetriche fra paesi caratterizzati da ampia capacità di mercato. Le reti verticali, invece, presentano una struttura maggiormente asimmetrica, coinvolgendo economie forti ed economia relativamente deboli. Inoltre, un carattere di simmetria delle reti verticali riguarda anche la direzione dei flussi: mentre i paesi legati da investimenti orizzontali sono tendenzialmente allo stesso tempo forti investitori e destinatari di investimenti, nel caso delle reti verticali i paesi emergenti sono spesso prevalentemente destinatari. Questi raggruppamenti di paesi si dimostrano relativamente stabili nel tempo, rilevando l'emergenza di specifici blocchi geografici che si sovrappongono in molti casi a specifiche geometrie dei flussi commerciali. Questi accordi sono costituiti prevalentemente da trattati bilaterali di investimento e trattati di doppia tassazione. I primi (BIT – Bilateral Taxation Treaties) sono principalmente orientati a fornire adeguate protezioni giuridiche agli investitori, oltre a svolgere, in alcuni casi, una funzione di liberalizzazione del mercato. si tratta di strumenti utilizzati quasi esclusivamente dai paesi emergenti, arditi precisamente rischiosi agli occhi degli investitori. i trattati di doppia tassazione (DTT – Double Taxation Treaties) sono invece orientati alla riduzione della pressione fiscale e gridando. La doppia tassazione. L'obiettivo di fondo di questi accordi consiste nel facilitare e promuovere lo scambio di investimenti fra due o più paesi.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Alessandro Remigio
[Visita la sua tesi: "L'offerta fuori sede di strumenti finanziari"]
[Visita la sua tesi: "Valore delle merci e diritti di licenza"]
- Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
- Facoltà: Economia
- Docente: Prof. Landini
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