Costi e benefici dell’attività turistica
I benefici sono:
1) reddito, che dipenderà dalla composizione della domanda turistica e dalla struttura dell’industria che deve soddisfare tale domanda;
2) occupazione, poiché l’attività turistica è ad alta intensità di lavoro e richiede livelli di professionalità molto differenziati, assumendo il ruolo di fattore di stabilizzazione all’interno del mercato del lavoro;
3) miglioramento della qualità della vita per la popolazione ospitante, con investimenti in infrastrutture, in servizi, in attrazioni, utilizzabili anche dai residenti;
4) sviluppo di reti formali e informali, tra gli organismi di gestione delle principali compagnie internazionali, che significa migliorare e potenziare la propria competitività.
I costi sono:
1) costi per attività promozionali e pubblicitarie, costi sostenuti direttamente dagli stessi operatori turistici ma anche e in misura molto maggiore dagli operatori pubblici che agiscono a livello regionale, nazionale, provinciale e comunale;
2) costi per incentivi diretti ai turisti e ai produttori turistici, costi assimilabili ai precedenti e consistenti in agevolazioni dirette ai turisti (ad esempio buoni benzina)o ai produttori turistici (contributi sul costo dei finanziamenti);
3) costi per il mantenimento degli attrattori turistici, costi connessi alla salvaguardia e alla manutenzione delle risorse naturali e storico – artistiche e alla loro valorizzazione;
4) maggiori costi per la produzione dei servizi pubblici utilizzati dai turisti, poiché i turisti entrano in concorrenza con i residenti nella fruizione di alcuni servizi pubblici, esprimendo una domanda che va direttamente ad aggiungersi a quella domanda, ha sicuramente una forte stagionalità, che porta a dover scegliere se incrementare con nuove infrastrutture, ma sostenendo costi aggiuntivi, o creare un disservizio che va a colpire anche la popolazione residente oltre che i turisti (fanno parte di questi costi anche quelli aggiuntivi di polizia, trasporto, nettezza urbana, luce, gas, acqua, servizi telefonici);
5) costi derivanti da problemi di distribuzione del reddito, poiché, se da un lato molti dei costi finiscono per ricadere su tutta la collettività di destinazione, i benefici prodotti dal turismo vanno nella maggior parte dei casi a vantaggio della sola parte dei residenti coinvolta nella produzione turistica, creando quindi problemi distributivi non irrilevanti, risolvibili solo da una politica di tasse e sussidi capace di cortocircuitare il fenomeno;
6) costi derivanti dall’aumento generalizzato dei prezzi, dal momento che la domanda turistica produce una spinta verso l’alto del livello generale dei prezzi dei luoghi di destinazione turistica (poiché si somma a quella dei residenti, e inoltre è più rigida rispetto a quella dei residenti);
7) costi di specializzazione monoculturale e di spiazzamento di altre attività economiche desiderabili, dove i forti profitti garantiti dal settore turistico possono indurre gli operatori locali a convogliare tutte le loro attività verso il mercato turistico, con il conseguente abbandono di altre attività che potrebbero risultare socialmente utili, portando alla riduzione della base economica della località di destinazione a semplice monocultura turistica.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Economia
- Esame: Economia del turismo, a.a. 2010/2011
- Docente: Roberto Cotti
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