Effetti di mercato e non di mercato generati dal livello di capacità di carico
alla capacità economica si associano prevalentemente gli effetti di mercato, mentre a quella fisica e sociale si associano soprattutto gli effetti non di mercato, o esternalità. Per gli effetti di mercato il ruolo di primo piano spetta ai benefici, per gli effetti non di mercato l’attenzione va principalmente ai costi, riconducibili a 3 categorie:
1) costi pubblici per infrastrutture, sovrastrutture e servizi non direttamente destinati ai visitatori, ma di cui i visitatori fanno uso intensivo, senza contribuire regolarmente ai loro costi;
2) costi indotti dall’eccessiva pressione esercitata dal turismo, cioè gli effetti di congestione e di inquinamento, che rendono meno accessibili a tutti, turisti e residenti, i servizi resi dalla città, finendo per insidiare l’integrità fisica e la sicurezza delle specifiche attrazioni urbane;
3) costi connessi agli effetti di lungo periodo che si producono sulle funzioni sociali ed economiche della destinazione, riguardando soprattutto le rendite del terreno che subiscono alterazioni tali da discriminare le funzioni cui si associa un uso più remunerativo del suolo da quelle che ne fanno un uso meno proficuo. I benefici di mercato interessano prevalentemente la popolazione attuale locale che dipende dal turismo, i visitatori e la popolazione non locale; i costi non di mercato gravano soprattutto sulla popolazione attuale locale che dipende dal turismo, la popolazione attuale locale che non dipende dal turismo e le generazioni future.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Economia
- Esame: Economia del turismo, a.a. 2010/2011
- Docente: Roberto Cotti
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