Efficacia del CBT - trattamento cognitivo-comportamentale - nelle insonnie secondarie
Il trattamento dell’insonnia secondaria ha sinora ricevuto scarsa attenzione nella ricerca clinica, forse a causa dell’assunto che, se il disturbo primario (fisico o psicologico) viene trattato adeguatamente, l’insonnia secondaria si risolve automaticamente. E’ un presupposto discutibile.
I modelli cognitivo-comportamentale dell’insonnia assumono che la transizione dell’insonnia da disturbo iniziale e acuto a disturbo cronico dipenda dalle strategie compensatorie e disfunzionali che i pazienti adottano per affrontare il problema di sonno, indipendentemente da eventuali disturbi primari di ordine medico o psicopatologico.
L’obiettivo del CBT per l’insonnia è quello di modificare i fattori perpetuanti che amplificano e mantengono il disturbo di sonno. L’entità con cui questi fattori svolgono un ruolo nel mantenere l’insonnia anche nei casi in cui questa è associata a comorbilità medico-psichiatrica potrà determinare la misura in cui il CBT risulterà terapeuticamente efficace anche in questi casi.
I primi studi clinici, di tipo esplorativo, sono stati condotti su pazienti che soffrivano di insonnia secondaria a tumore o a dolore cronico. Essi hanno mostrato risultati promettenti.
A oggi, l’utilità clinica del CBT per le insonnie secondarie è stata mostrata per diversi problemi medici e psicologici: HIV, dipendenza da alcol, disturbo postraumatico da stress, depressione.
Studi recenti (Morawetz) dimostrano che un CBT di 6 settimane somministrato a insonni con o senza depressione determina:
sostanziali miglioramenti nel sonno, senza differenze tra quelli con e senza depressione
il 70% dei pazienti depressi, sperimentavano miglioramenti significativi nella depressione misurata con il Back Depression Inventory.
I disturbi di ansia hanno prodotto risultati più controversi. Smith e altri hanno riscontrato che, sebbene l’iperarousal interferisca col sonno (e quindi le tecniche di rilassamento e ristrutturazione cognitiva sembrino le più appropriate) i risultati ottenuti non differiscono rispetto a quelli ottenuti con uno specifico training di gestione dell’ansia.
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